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Alessandro Bazan: Palermo, una città bella ma dannata

Dopo due furti subìti nel corso di quest'anno, il pittore e insegnante Alessandro Bazan, si arrende e sceglie di abbandonare la sua città, bella e dannata, Palermo

  • 4 febbraio 2016

L'ostinazione di chi ama una città, la propria, luogo di radici affettive e lavorative, di incontri e ricordi, ad un certo punto si trasforma in rassegnazione e sconfitta. Non è da biasimare la scelta di Alessandro Bazan, l'artista palermitano che dopo svariati furti ha deciso di lasciare la città e trasferirsi.

Da un'intervista a cura di Paola Nicita e pubblicata su Repubblica, si rende nota la sua decisione di abbandonare l'idea di vivere in una città che lo ha lasciato amareggiato e deluso, che gli ha voltato le spalle.

Non uno ma due furti nel corso di quest'anno nel suo studio in piazza Garraffello in Vucciria, uno dei luoghi più contestati e "famosi" per la non rara ma diffusa delinquenza. Continua a non smentirsi la piazza, continua a essere fucina di criminalità e Alessandro Bazan ci ha rinunciato: pensava di attendere la maggiore età dei figli, ma la rabbia è troppa, il progetto è quello di partire subito verso Urbino.

Palermo si svuota, come confermano anche i dati della statistica svolta dal Comune e il recente censimento. I cittadini in fuga sono sempre di più, vuoi per lavoro, vuoi per necessità, vuoi perché la serenità sembra un'utopia non esaudibile.

Come si diceva, non è da biasimare la decisione di Bazan, ma forse da parte di chi resta l'appello è quello di resistere, di non lasciare la città in mano a quelle stesse persone che costringono alla fuga, quelle che restituiscono di Palermo un'immagine distorta che persone di cultura e sensibilità potrebbero cambiare. Arte, cultura, bellezza, il sole e il mare, dovrebbero essere gli elementi caratterizzanti, ma la realtà è diversa.

Bisognerebbe istituire un vero e proprio piano di lavoro, ripensare la città in questo senso, per diffondere una cultura del rispetto che a Palermo, solo per alcuni, sembra non esistere. Quale potrebbe essere la soluzione? Forse più controlli, più severità, più regole?

Ma, quindi, cosa significa vivere a Palermo? Come risponde Alessandro Bazan, Palermo è bellezza ma non solo. Rimane l'indiscutibile fascino di chi raggiunge la città e la vive di passaggio, come una tappa del viaggio, senza quel quotidiano vivere che con il tempo riesce a ridurti senza forze. Vivere a Palermo è molto difficile, dice Bazan, a partire dalle lungaggini burocratiche per finire alle situazioni indecorose, alla mancanza di tranquillità, alla rabbia che si prova davanti alla violazione dei propri beni, della propria intimità.

Palermo e i palermitani, quelli che della loro città hanno fatto un bene prezioso da salvaguardare, meritano più di questo. Al di là della retorica, bisognerebbe trovare soluzioni e ideare progetti che facciano della città una vera e propria missione di recupero, per tirarla fuori da un circolo vizioso che farà sì che Palermo resti nelle mani sbagliate, quelle che invece di valorizzarla la distruggeranno.

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