MUSICA

HomeNewsCulturaMusica

Blessed Child Opera: il rock indipendente dai sapori partenopei

  • 4 aprile 2005

Il secondo round di "Losing Grip", la rassegna musicale organizzata dai Candelai e Balarm, è all’insegna dell’indie rock made in Napoli. Giovedì 7 aprile sarà la volta dei Blessed Child Opera, di scena sempre ai Candelai di Palermo (via Candelai 65, ingresso 4 euro, 2 per i soci). Fondato da Paolo Messere, il gruppo nasce nell’intento di continuare un discorso musicale mirato al rock decadente e, in generale, a tutta quella sfera “rock alternativa”. Progetto tuttavia non nuovo in casa Messere, ex chitarrista degli Ulan Bator: punto di riferimento del post-rock transalpino attualmente apprezzato anche in Italia.

Il do ut des franco-napoletano, seppur terminato diversi anni fa, continua all’insegna di collaborazioni reciproche (Amaury Cambuzat degli Ulan Bator ha prodotto, tra l’altro, il loro album d’esordio) ma la fonte ispirativa che caratterizza il quid dei Blessed Child Opera risiede in quell’America di periferia, quella del folk-rock, degli ensemble acustici, dei raffinati giochi melodici dove il testo si dissolve in quadri musicali sempre più estesi. Musica di confine urbano, che ad est vede la grande metropoli in lontananza, dal tetto di un Drugstore periferico. E’ lo scenario delle nuove leve cantautoriali a stelle strisce, che si ritrovano nelle aperture sonore infinite dei Red House Painters, nei testi introspettivi di artisti come Smog o il “palace guy” Will Oldham. Una decadenza in musica che non ci dispiace associare a una Napoli vista da un’altra prospettiva, che si presenta al pubblico lontana da quei paletti melodici, validi da un punto di vista etnomusicologico ma spesso retrò, se riproposti in chiave “moderna”.

Un discorso nuovo e “universale” che Balarm e i Candelai portano a Palermo, altra città dove il confine tra caos e periferia si intravede appena. Ed è proprio in questa penombra sonora che attendiamo i Blessed Child Opera, in un momento di introspezione che non deluderà, sicuramente. Il progetto, capeggiato da Messere è sposato da Valeria Bifulco che, oltre a prestare la voce collabora alla stesura dei testi oltre che da Paolo Coraggio alle fisarmoniche e chitarra elettrica, Raffaele di Somma al basso e Alfredo Spinelli alla batteria.

Se ti è piaciuto questo articolo, continua a seguirci...
Iscriviti alla newsletter
Cliccando su "Iscriviti" confermo di aver preso visione dell'informativa sul trattamento dei dati.

GLI ARTICOLI PIÙ LETTI