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Blue Brass: Gojkovich e Basso, autorevolmente jazz

  • 13 marzo 2005

L’esperienza di due grandi del jazz europeo, posta al servizio di un sodalizio che dura ormai da circa dieci anni: il trombettista Dusko Gojkovich ed il sassofonista Gianni Basso si incontreranno giovedì 17 marzo (ore 21.30, ingresso 10 euro) in quintetto – Mauro Schiavone (piano) Giuseppe Costa (contrabbasso) e Giuseppe Urso (batteria) – per il Blue Brass, il ridotto del Brass Group di Palermo allo Spasimo. Venerdì 18 marzo (stesse coordinate di luogo, orario ed ingresso), il trombettista si porrà invece alla testa della Small Band Orchestra Jazz Siciliana in “ottetto”.

Due serate di “jazz per cultori”, dunque, che vedranno protagonisti due rinomati jazzisti. Partiamo per dovere di ospitalità da Gojkovich, trombettista e flicornista serbo (ma anche compositore ed arrangiatore) noto per il suo stile bop con atmosfere milesiane, che dopo aver emesso le prime note jazz in Yugoslavia (Music Academy di Belgrado, Radio Big Band di Belgrado) e Germania (Frankfurt All-Stars), giunge negli States, dove oltre a trovarsi a suonare con Stan Getz e Chet Baker, si unisce alla Marshall Brown’s International Youth Band finendo nel 1958 per esibirsi al Newport Jazz Festival. Alunno della bostoniana Berklee School of Music grazie ad una borsa di studio per composizione ed arrangiamento (con Herb Pomeroy), ha suonato con l’orchestra di Maynard Ferguson per un tour in Canada, e Woody Herman, costruendosi una reputazione internazionale anche come solista e decidendo in seguito di tornare in terra tedesca per guidare un gruppo proprio insieme a Sal Nistico: l’album Swinging Macedonia del 1966, insieme a Mal Waldron e Nathan Davis è il risultato di uno stile orchestrale influenzato dalle sonorità balcaniche. Nello stesso periodo Gojkovich ha modo di lavorare con Miles Davis, Dizzy Gillespie, Gerry Mulligan, Clark Terry, Lee Konitz, Sonny Rollins, Phil Woods, Duke Jordan, e la coppia Thad Jones-Mel Lewis. Dopo la Kenny Clarke-Francy Boland Big Band, affianca Slide Hampton alla testa di un’orchestra di dodici elementi. Desideroso di suonare la propria musica, negli anni ’70 trova notevoli difficoltà in Europa per organizzare un’orchestra free-lance, tentativo che riprova nel 1986 questa volta con successo, fondando una formazione con la quale nel ’93 registra il pluripremiato cd Soul Connection, (con Tommy Flanagan, Jimmy Heath, Eddie Gomez e Mickey Roker), seguito da Bebop City (con Abraham Burton al sax, Kenny Barron al piano, Ray Drummond al basso ed Alvin Queen alla batteria). Nel 1996 la realizzazione di un sogno: il disco Balkan Connection, con una big band. Proprio a quegli anni data il suo incontro con il nostro Gianni Basso, per alcune prelibate registrazioni fra cui le due incisioni in quintetto Live at Birdland (1994) e The Nights of Skopje (1995). Del 1997 il doppio cd Balkan Blue, nel quale oltre alla presenza ancora di Basso, troviamo gli arrangiamenti orchestrali di Palle Mikkleborg per la NDR Philharmonic che accompagna la ritmica jazz.

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Reduce dalla performance sanremese nel gruppo dell’arzillo Nicola Arigliano – insieme ad altri senatori del jazz italiano – Gianni Basso è senza dubbio fra gli esponenti storici più significativi del jazz nostrano. Astigiano del ’31, parte con lo studio del clarinetto nella sua città natale per cominciare la propria attività professionale in Belgio nel 1946, nelle fila della Raoul Falsan Big Band, dove si distingue tanto come clarinettista che come saxtenorista. Lasciata nel ’56 la band di Falsan, rientra in patria dove insieme ad Oscar Valdambrini fonda l’indimenticabile Basso-Valdambrini Quintet, organico per anni modello nazionale del jazz. Fra le sue collaborazioni, tutte straordinarie, spiccano quella con Billie Holiday, Joe Venuti, Art Farmer, ma anche Lionel Hampton, Chet Baker, Gerry Mulligan, Lee Konitz, Johnny Griffin, Zoot Sims, Buddy Colette, mentre fra le prestigiose orchestre internazionali cui ha prestato il proprio fiato ricordiamo: le big bands di Maynard Ferguson , Kenny Clarke/Francis Boland, Thad Jones, Lalo Schifrin, Frank Sinatra Jr. e Natalie Cole.Alla sconfinata produzione discografica si aggiunge la direzione di una “Big Band Jazz School” ed un’orchestra a suo nome, nonché un’intensa attività seminariale come didatta.

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