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Blue economy: lo studio di un siciliano sugli impieghi alternativi del caffè

Dalla Sicilia nuove proposte per ottenere energia sfruttando il ciclo di produzione di rifiuti: il giovane Vincenzo Scaletta ha approfondito gli impieghi alternativi del caffè

  • 17 aprile 2017

Minimizzare l'inquinamento riciclando tutte le sostanze utilizzate durante il ciclo di produzione deve essere un must per un’azienda: secondo questa logica razionale, un giovane palermitano ha approfondito gli impieghi alternativi del caffè.

Sono in continua crescita gli studi e i progetti che puntano sullo sfruttamento del ciclo di produzione dei rifiuti per l'ottenimento di energia. In Sicilia si compiono passi in avanti più velocemente di quanto in realtà di possa pensare e, ancora una volta, questa è la storia di un giovane promettente.

Si chiama Vincenzo Scaletta, ha 26 anni, di professione fa l'imprenditore ed è delegato regionale e responsabile della green e blue economy di Fare Ambiente. Con quest'associazione no-profit, il giovane si occupa da mesi di trovare una politica economica in grado di valorizzare il ciclo della produzione dei rifiuti.

Dopo la laurea in giurisprudenza, Vincenzo ha frequentato un master in Management politico alla Business School de IlSole24ORE. Proprio durante questo percorso formativo ha studiato in maniera accurata la blue economy teorizzata dall'economista Gunter Pauli.
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Di norma, i fondi di caffè sono raccolti come rifiuti umidi e portati in discarica. S'ignorano così gli utilizzi più interessanti che si possono fare tra cui rientra la fabbricazione di pellet per stufe.

Anche gli scarti di lavorazione come il rivestimento dei chicchi sono utili e possono essere usati come biomassa senza ulteriori lavorazioni, determinando un forte risparmio di energia.

Lo studio di Vincenzo Scaletta prevede la proposta di avviare un sistema di raccolta differenziata dei fondi di caffè da convertire poi in pellet ecologico. Un'idea che si pone in linea al pacchetto di economia circolare approvato dal Parlamento europeo e che, se messa in atto, creerebbe nuovi posti di lavoro improntati sulla blue economy.

«Stiamo sperimentando tutte le frazioni organiche per la produzione di energia elettrica - dichiara Vincenzo. Il nostro obiettivo è quello di diminuire lo smaltimento della frazione organica puntando alla valorizzazione della stessa per la produzione di energia elettrica».
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