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“Caligola Night Live”, la dittatura dell’io danzando con Sinatra

  • 10 aprile 2004

Un solenne discorso di presentazione e saluto ai senatori, interrotto a sorpresa da espressioni scurrili di notevole volgarità: è così che il novello imperatore, passato alla storia come l’emblema della follia al potere, dà inizio alla sua investitura, il dittatore Caligola, interpretato dal giovane e bravo attore Claudio Gioè, regista e autore di questo “Caligola Night Live”,  terzo spettacolo della rassegna “Assud” andato in scena a Palazzo Belmonte Riso il 7 e l’8 aprile scorsi e prodotto dal Circuito Regionale Siciliano (costumi Valentina Ponticelli, disegno luci Alessandro Arena, aiuto regia Manuela Ventura). Una rappresentazione della schizofrenia di Caligola che,  pur non convincendo pienamente, senza dubbio mostra le notevoli qualità tecniche dell’interprete che si muove a proprio agio nei deliri di onnipotenza del personaggio.

L’enormità di parole, tante, troppe e non sempre in grado di essere comprese, rende il testo forse più vicino a dinamiche televisive che non teatrali, ma siamo davanti ad un one man show e quindi tutto deve rendere onore al novello istrione, mattatore e gran padrone della scena, bisogna pur dirlo. La scena, con due grandi specchi ad altezza d’uomo ai lati, una bella poltrona al centro e un tavolino bar sulla sinistra, vede l’attore, fra canzoni in duetto con Sinatra e molteplici cambi di costume, raccontare la personalità folle e bizzarra dell’imperatore fra autocompiacimento e ironia. Un momento molto divertente, l’esposizione del programma di orge collettive in piazze – letto della caput mundi, facente parte di quei sogni dell’imperatore rimasti però tali. Ci piace infine notare come nella scena dell’intervista con un ipotetico giornalista, il nostro dittatore ci abbia richiamato alla mente un noto personaggio politico e non solo. Tanti gli applausi in sala dal folto pubblico.

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