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Cartoleria De Magistris: parla Vincenzo Bellotti

Calano le saracinesche per i tre punti vendita della cartoleria De Magistris Bellotti: la chiusura genera sensazioni legate al ricordo dello storico marchio

  • 7 febbraio 2012

Dopo le calzature di Spatafora e la profumeria Hugony chiude a Palermo un altro marchio storico: stavolta calano le saracinesche dei tre punti vendita della cartoleria De Magistris - Bellotti. Sono già partite le prime lettere di licenziamento per ventuno dipendenti: liquidazione volontaria per cessazione di attività. Il negozio di cancelleria ha aperto il primo punto vendita a Milano agli inizi del Novecento; in seguito Vincenzo Bellotti ha espanso la propria attività in altre città d’Italia, fino ad arrivare nell'Isola.

Luoghi della creatività ancora grezza, le cartolerie sono nell’immaginario collettivo negozi affascinanti, non soltanto per i bambini, ma anche per gli adulti: gli articoli esposti incurioscono, attraversano tutta la gamma dei colori e dei materiali e lasciano aperte infinite combinazioni.

La chiusura dello storico marchio ha generato molti ricordi: «Va via un altro pezzo di storia. - dice il giornalista Angelo Scuderi - Si tratta di una grande famiglia imprenditoriale; la vicenda genera tristezza in relazione ai miei ricordi personali, alla magia delle cartolerie e dei prodotti di antica fattura. Negli ultimi anni i marchi tradizionali sono spariti, molti dei negozi storici della via Libertà, basti pensare ad Ellepi, hanno ceduto il posto alla grande distribuzione».

Anche per Maurizio Carta, ordinario di Urbanistica all’Università degli studi di Palermo, il nome De Magistris Bellotti genera sensazioni che vanno oltre le semplici riflessioni legate alla crisi economica più recente: «Se oggi sono un architetto lo devo, oltre ai geni paterni, ai pomeriggi passati nel negozio De Magistris Bellotti di via Trinacria. Giornate intere trascorse affascinato da rapidograph che montavo e smontavo (il mitico 0,1 una volta smontato per pulirlo si accartocciava irrimediabilmente), da normografi e pile di lettere trasferibili, da carte multicolori e fogli di polistirolo per i primi plastici. Era per me un antro da alchimista della grafica, prima che computer, stampanti e plotter ci rendessero si più efficienti, ma sterilizzando la corporeità della creazione grafica». E aggiunge: «Oggi la notizia della chiusura dei negozi rimasti non solo ci preoccupa come ulteriore segnale della crisi economica cittadina, ma ci addolora colpendoci negli affetti e facendo sparire dal nostro Dna un prezioso cromosoma che ha contribuito a far crescere in molti di noi la capacità di trasformare il piombo delle nostre idee nell’oro che le rende azioni capaci di emozionare gli altri».

Continuano i richiami alla memoria, con le parole dell'editore Francesco Flaccovio : «Si tratta di un altro pezzo della “bella” città che va via, una famiglia che ha dedicato generazioni all’impresa. Ricordo il primo Vincenzo Bellotti, arrivato da Milano con un'incredibile energia, e il “nuovo” Vincenzo Bellotti, che ha dedicato giornate intere al lavoro, con una particolare attenzione ad architetti ed ingegneri. La chiusura genera in me grande dispiacere. Sicuramente assistiamo ad una grande crisi del settore: l’attività delle cartolerie ha subito evidenti tagli di spesa, sono scomparse le commesse da parte degli enti pubblici ed una grande quota di mercato è stata sottratta ai mercati locali, a livello nazionale».

Anche le parole di Danilo Li Muli, Art Director, sono legate all'esperienza personale, un'immagine poetica che supera i semplici ricordi: «È davvero triste vedersi chiudere una pagina così importante della storia palermitana, una tristezza che va ben oltre l'aspetto commerciale. Definirei il mio ricordo di De Magistris - Bellotti, strettamente legato alla figura di mio padre Gianni, come “sensimentale”, sospeso tra sensi e sentimenti: l'odore della carta, delle matite, delle gomme che andavo a comprare proprio lì per lui, sono infatti gli stessi che si mescolavano nello studio dove ogni giorno disegnava e creava. Non posso quindi che vivere con un sapore nostalgico quella che definirei come ennesima “sconfitta della città” e di un tempo che ormai sembra andato».

Anche Giacomo Greco, Direttore Generale della Libera Università della Politica Fondata da Padre Ennio Pintacuda, dice la sua: «La notizia era nell’aria, ma non si immaginava che le storiche cartolerie De Magistris eredi di Vincenzo Bellotti chiudessero veramente dopo 105 anni di attività. Un altro pezzo della città di Palermo se ne va, è uno stillicidio mortale. La classe politica deve porre rimedio a questa emorragia che sta privando la nostra città delle sue aziende migliori. Il nostro pensiero va soprattutto a tutte le famiglie dei 21 dipendenti dell’azienda che da sabato scorso sono rimasti senza lavoro. Quando finirà questo stillicidio? E pensare che molti degli 11,3 miliardi di euro dei fondi strutturali del POR 2007/2013 stanno per essere restituiti a Bruxelles per incapacità della burocrazia regionale. E c’è chi muore di fame».

L’erede Vincenzo Bellotti, tuttavia, giovane in gamba dallo spirito imprenditoriale non si è arreso dinanzi alla crisi e lancia un messaggio di speranza: «È vero, abbiamo fatto di tutto per evitare la chiusura, soprattutto per i nostri dipendenti di una vita. Purtroppo, è stato inevitabile. Io però non mi arrendo. Ho aperto per conto mio una cartoleria, in via Brunetto Latini. L’era di “De Magistris-Bellotti” è finita, ma io sono cresciuto con l’odore della carta, e la passione per i pastelli in un mondo a colori. Oggi nasce “Bellotti”, la mia cartoleria, prendo il testimone di un grande impero e spero di essere all’altezza».

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