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“Codice Resta”, l’arte italiana disegnata

  • 25 febbraio 2007

La nuova Galleria d’arte moderna di Palermo (piazza Sant'Anna 21) si apre al pubblico anche come sede di mostre temporanee, ospitando fino al 6 maggio la raffinata esposizione di disegni antichi “Libro d’arabeschi. Disegni ritrovati di un collezionista del Seicento”, promossa dall’Assessorato alla Cultura con l’Istituto Nazionale per la grafica di Roma e a cura di Simonetta Prosperi Valenti di Rodinò (produzione Campodivolo; mostra visitabile dal martedì alla domenica, ore 9.30-18.30, lunedì chiuso anche se festivo). Articolata in varie sezioni, l’esposizione raccoglie alcune delle tavole più belle che formavano il cosiddetto “Codice Resta”, un volume di quasi 250 pagine con 300 disegni e 15 stampe di proprietà del padre oratoriano milanese Sebastiano Resta (1653–1714), appassionato d’arte e di raccolte di grafica. Fu lui, trasferitosi a Roma da Milano nel 1661, a inviarlo a Palermo al confratello Giuseppe Del Voglia, anch’egli collezionista di disegni e oggetti preziosi. Fu così che il prezioso libro rimase nella nostra città, disperso nei fondi manoscritti della Biblioteca Comunale di Casa Professa, fino a quando, una decina di anni fa, Vincenzo Abbate, direttore della Galleria Regionale di Palazzo Abatellis, lo ha ritrovato e studiato, valutandolo con l’occhio dell’esperto di collezionismo, quale egli è.

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Alcuni dei fogli più preziosi del volume sono stati restaurati presso il Laboratorio di restauro opere d’arte su carta dell’Istituto Nazionale per la Grafica di Roma a partire dal 2001, e per i prossimi mesi saranno in mostra alla GAM, offrendo un affascinante percorso tra decorazioni all’antica, grottesche (motivo decorativo ispirato ai decori della Domus Aurea di Nerone, molto in voga a partire dal Rinascimento), vedute urbane che raffigurano monumenti dell’antica Roma, bozzetti per scenografie, modelli di preziosi oggetti d’oreficeria. Il tutto firmato da alcuni dei nomi più illustri dell’arte del Rinascimento e del Barocco: dagli allievi di Raffaello Giulio Romano e Perin Del Vaga, a Pietro da Cortona, Federico Zuccari e Vignola. La mostra, a parte il valore dei disegni esposti, costituisce anche un momento di riflessione nell’ambito della storia del collezionismo, evidenziando il ruolo della Congregazione degli Oratoriani come committenti di opere d’arte e appassionati di raccolte. Padre Resta, in particolare, voleva tracciare una storia dell’arte italiana attraverso il disegno, e si preoccupò di chiosare con commenti a margine e riflessioni personali molti dei disegni e delle tavole raccolte nel volume palermitano. Attraverso le sei sezioni – Decorazioni a grottesche, Oreficerie, Disegni dall’Antico, Disegni per stampe, Architetture e scenografie, Vedute – il visitatore può dunque essere catturato dai raffinati cromatismi dalla levità del tratto, dall’affascinante combinazione di motivi decorativi firmati da illustri protagonisti della storia dell’arte. Da non perdere.

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