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Crisi a Palermo: oltre 370 attività chiuse da inizio 2014

La crisi nera continua a diffondersi, tanto che a Palermo sono oltre 370 le aziende chiuse dall'inizio del 2014 e la città si piazza al 6 posto per il saldo negativo

Balarm
La redazione
  • 12 marzo 2014

Se è vero il detto Chi ben comincia, è a metà dell'opera, non si prospetta un miglioramento dalla crisi nel 2014 per la città di Palermo. Infatti, secondo le rilevazioni dell’Osservatorio Confesercenti, già tra gennaio e febbraio del 2014 si sono registrate oltre 370 chiusure d’aziende. Il capoluogo dell’Isola, tra i primi dieci comuni più popolati d’Italia, si piazza al sesto posto per il saldo negativo. A chiudere tanti negozi famosi a Palermo, come lo store di abbigliamento Carieri & Carieri che metterà fine alla sua lunga storia già dal prossimo maggio.

La causa principale di questa crisi nera è l’eredità lasciata dal 2013: il calo del Pil e un crollo dei consumi peggiore del previsto. Si è rilevato che se il saldo complessivo tra le nuove imprese e quelle che chiudono i battenti sul fronte del commercio registra un segno negativo (-87), vi è però un dato in controtendenza. Palermo è, infatti, il primo comune d’Italia per l’apertura di attività dedicate al commercio al dettaglio su aree pubbliche: si è registrato un incremento di 64 ditte. Non va bene neanche per il comparto del Turismo: a fronte di 11 imprese che nascono, 40 chiudono i battenti.

Già a maggio, si chiuderanno definitivamente le saracinesche di un altro negozio molto importante nella storia del commercio a Palermo, ovvero lo store di abbigliamento Carieri & Carieri di via Libertà 18/b. Il negozio era stato aperto nel 1968 ma la storia dei Carieri inizia nel lontano 1870 con il capostipite Nicola e una bottega di tessuti in via dei Materassai. Ora il nipote Guido, dopo ben tre generazioni, ha deciso di chiudere l'ultimo punto vendita ancora in attività (dopo la chiusura del negozio a Trapani e Cagliari) e avviare già dalla prossima settimana la svendita su tutta la merce.

«In molti - commenta il presidente di Confesercenti Palermo, Mario Attinasi - hanno ritenuto di non affrontare l’anno, con il suo carico di spese ed adempimenti fiscali, scegliendo la strada della chiusura o, come abbiamo rilevato dai dati, del commercio su strada. Ma il segnale preoccupante è la chiusura di imprese che si registra anche nel settore del turismo, un settore che si guarda come traino dell’economia siciliana ma che di fatto sta collassando. Per parlare di rilancio delle imprese occorre un forte impegno da parte della politica. È necessario innanzitutto favorire l’accesso al credito alle piccole e medie imprese, assumendo al contempo provvedimenti che favoriscano l’aumento dei consumi».

«Segnali preoccupanti anche sul fronte della qualità delle imprese - afferma Michele Sorbera, direttore di Confesercenti Palermo - alla chiusura di storiche e importanti realtà commerciali, segue l’apertura di ditte che risultano marginali nell’economia della città, come il commercio su aree pubbliche».

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