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Degustazione di vini bio e l'Irvv che cambia nome

Alla rassegna anche l'Irvv (Istituto della Vite e del Vino in Sicilia), di cui in questi giorni si è tanto parlato: oltre ad occuparsi di vino si occuperà di olio

  • 24 novembre 2011

Per tutti gli amanti del gusto, del biologico e del vino, al via sabato 26 novembre presso il Nh Hotel (ex Jolly Hotel) alle ore 18 alla prima rassegna regionale di vini biologici siciliani, "Vini Biologici: tanta confusione e poca chiarezza". Saranno presenti i quindici produttori siciliani di vini bio che hanno dato vita, sotto l’impulso dell’Istituto Regionale della Vite e del Vino, alla prima associazione di vini biologici (Vi.Bio.Si.). Proprio dell'Irvv (Istituto della Vite e del Vino in Sicilia), in questi giorni si è tanto parlato: oltre ad occuparsi di vino adesso si occuperà anche di olio, cambiando anche nome in Istituto Regionale del Vino e dell'Olio. Tale decisione è avvenuta dopo una legge approvata pochi giorni fa dall' Assemblea Regionale Siciliana.

La Sicilia, il biologico e il vino dunque i temi principali della rassegna che si aprirà alle ore 18 con l'esposizione delle opere del pittore Ignazio Pensovecchio dal titolo "I Vini ed i Prodotti Biologici Siciliani". A seguire il seminario sui vini biologici siciliani, con annessa degustazione a cura dell'enologo Gianni Giardina, e Ignazio Garau responsabile della rassegna enologica Biovino. Alle ore 20 è previsto l'inizio del convegno dal tema "I Vini Biologici Siciliani: Realtà e Prospettive". Partecipano al dibattito generale Dario Cartabellotta dell'Istituto Regionale della Vite e del Vino, ed Elio D'Antrassi assessore regionale alle Risorse Agricole ed Alimentari, ed ancora Giorgio Calabrese il presidente nazionale dell'Onav (Organizzazione Nazionale Assaggiatori di Vino) associazione che promuove e organizza la rassegna.

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A proposito dei vini biologici, l’assessore regionale alle Risorse Agricole ed Alimentari D’Antrassi dichiara: «Il biologico è ormai parte fondante della cultura alimentare, come marchio naturale di garanzia, di tutela della salute e di rispetto dell’ambiente. Si tratta, quindi, di una premessa base, da anteporre all’ origine ad ogni progetto di coltura e di mercato. Nel corso degli ultimi due decenni sono stati immessi nella terra tanti fertilizzanti chimici quanti ne sono stati impiegati nel secolo precedente. Ciò non significa rinunciare ai progressi scientifici e tecnologici, bensì, ecco la nostra scommessa e la ragione del nostro impegno nel settore, sancire e consolidare un processo di coltivazione e di mercato che compensi e armonizzi la qualità e la conservazione integra del prodotto da una parte, e dall’altra, la sua tempestiva ed efficace immissione nel mercato che sempre più, peraltro, richiede il prodotto con la garanzia del biologico».

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