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Dialetto siciliano a scuola: rinviato al prossimo anno

Il provvedimento che avrebbe dovuto introdurre lo studio della storia e della cultura siciliana in tutti gli istituti dell'isola è stato rinviato

  • 1 febbraio 2012

Rimandato il provvedimento che sull'onda dello spirito indipendentista voleva la Sicilia come la Padania decisa a perpetuare a tutti i costi lo spirito, i costumi e la forza insita nel dialetto e nelle tradizioni, istituendo una disciplina apposita da inserire nella programmazione scolastica di tutti gli Istituti dell'isola. La materia storia e della cultura siciliana non sarà dunque presente nel calendario scolastico il prossimo anno, così come era stato deciso da una legge voluta dal Mpa e approvata dall'Assemblea regionale.

Applicazione rinviata all'anno scolastico 2012-2013, dunque: Nino Emanuele, capo di gabinetto dell'assessorato all'Istruzione e formazione, afferma che la decisione è dovuta al fatto che la legge è stata approvata nel 2011. L'introduzione del dialetto in classe sposa sul piano nazionale la mossa federalista del Carroccio: è infatti in esame alla Camera una proposta di legge per introdurre nelle scuole il dialetto e la storia locale perchè regione per regione ogni istituto scolastico sia libero di reinterpretare la memoria comune del nostro Paese. E dunque al Nord si studieranno i Savoia e al Sud i Borbone, ma al di là del banale campanilismo vien forse da chiedersi se sia a rischio la memoria condivisa, lasciata non più tra i capitoli fondanti.

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