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Erwin De Greef, “Per il resto chiedete a Pennac"

“Per il resto chiedete a Pennac": un omaggio all'autore francese, per una storia non soltanto lavorativa, ma anche e soprattutto emotiva

Fabio Vento
Web developer e giornalista
  • 13 ottobre 2009

Da vendemmiatore a venditore di pubblicità, passando per carico e scarico di lavatrici: la vita di Erwin è quella di tanti ragazzi di oggi. Per sbarcare il lunario ha attraversato decine di mansioni effimere e malpagate, dovendo anche subire i brontolii dei genitori per questo figlio ancora lontano dal “lavoro definitivo”. Ad un certo punto però le cose sembrano cambiare: l'ennesimo colloquio lo accoglie come operatore call-center presso una grande azienda, con tanto di contratto a progetto. Ma gli basteranno pochi minuti per inquadrare lo scenario: regole da lager, capi-controllori pronti a segnalare ritardi di pochi secondi, prestazioni quasi cronometrate, licenziamento in tronco per chi totalizzi meno di “tot” contratti a settimana. E all'altro capo della cornetta, la più astrusa e variegata umanità, sempre più infastidita dagli “attacchi” insistenti dei venditori telefonici.

La precarietà è il tema principale di “Per il resto chiedete a Pennac”, secondo romanzo del palermitano Erwin De Greef. Precarietà nel senso più attuale e moderno: non soltanto lavorativa e professionale, ma anche e soprattutto emotiva, degli affetti e delle certezze. Alla quale però il protagonista oppone un innato e spensierato ottimismo, riuscendo a trovare sempre qualcosa per cui rallegrarsi. Un atteggiamento forse ingenuo, ma capace di infondergli il coraggio delle scelte, come quando, nonostante le pressioni familari per una carriera da medico o avvocato, si iscrisse a Lettere. E qui l'autore pare sussurrare una “lezione” triste ma acuta: il lavoro è uno scenario talmente mutevole che richiede una base di sano distacco, perché vivendone il disagio con profondità si rischierebbe di non aver tempo di godere della vita.

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«Ho volutamente adottato - dichiara l'autore - uno stile scrittura più anglo americano che nostrano, che deve molto al tragicomico: capitoli brevi e fortemente ritmati, e non mancano brevi discorsi diretti, che riprendono autentiche conversazioni telefoniche da call center». Il titolo del libro è più che un semplice omaggio all'autore francese: «Pennac ha raccontato con gusto la saga di Malaussène, ovvero la dimensione del lavoratore sfruttato come capro espiatorio di professione, io ho semplicemente raccontato tutto il resto».

Di origini olandesi, Erwin de Greef è nato a Palermo nel 1968. Ha pubblicato nel 1999 per i tipi della Gaefra Editore di Paermo "Ritmi urbani", a cui è seguito nel 2006, per Coniglio Editore di Roma, il best seller "Dio c'è e bacia benissimo". Ha anche pubblicato saggi brevi, racconti e poesie in numerosissime riviste specializzate cartacee e non, locali e nazionali. “Per il resto chiedete a Pennac”, 64 pagine e 5 euro per Coniglio Editore, è disponibile in libreria oltre che sul sito www.coniglioeditore.it.

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