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Fabio Volo, un versatile comunicatore che indaga sul mondo giovanile

  • 27 febbraio 2006

Giunto alla sua terza avventura letteraria, il versatile Fabio Volo ha presentato alla libreria Mondadori di Palermo il suo ultimo libro “Un posto nel mondo” (edizioni Mondadori, euro 15). Dopo aver esordito con un «Posso prima far pipì?», da rodato speaker si è subito dimostrato empatico con il giovane pubblico introducendo la trama del romanzo: «E' la storia di alcuni ragazzi che cercano di capire cosa vogliono fare nella vita e cercano un posto nel mondo da raggiungere». Storie di giovani, così com’è giovane lui, che sembra proprio un trentenne come tanti altri, con i sogni per cartucce ed i viaggi per passione. Autobiografico, dal ventottenne dj affetto da sindrome di Peter Pan, come il personaggio del suo primo libro “Esco a fare due passi”, a Federico, uno dei protagonisti dell’ultimo lavoro, Volo scava e svela la personalità della sua generazione e di chi ragazzo vorrebbe restare in eterno. Il risultato è un linguaggio molto comunicativo, che non si perde in troppe arguzie letterarie ma che arriva dritto, e forse l’autore è proprio questo: un gran comunicatore piuttosto che un vero scrittore. “Un posto nel mondo” racconta la storia di un’amicizia, di quelle in cui uno resta e l’altro parte, in cui uno decide di mollare le zavorre per vivere il cielo e l’altro sceglie la strada più sicura che è quella di casa, e ognuno a suo modo va alla ricerca della metà di sé non intesa come l’anima gemella, ma come la parte di se stessi alla quale spesso non si dà voce. Federico e Michele incrociano le loro vite con quelle di Francesca e Sophie, e la storia si muoverà inevitabilmente trasportata dal leitmotiv del viaggio e dal turbine dell’amore.
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«Questo sistema sociale non ti vuole felice - continua Fabio - ma ti vuole operante in un qualcosa, in un disegno molto più ampio del tuo, è per questo che ad esempio il protagonista del mio secondo romanzo (“E' una vita che ti aspetto”), un ragazzo a cui davvero nella vita non manca nulla, nel senso che ha persino una casa con i mobili che sognava, soffre di ansia ed attacchi di panico». Ed è proprio dal progetto di fuga dall’odierno sistema sociale fagocitante che nasce lo spirito di ricerca che è nel suo ultimo lavoro, in cui Federico decidendo di partire dimostra almeno il «coraggio di fare qualcosa». Fabio ci tiene molto a rimarcare questo concetto, ad invitare chi lo ascolta o chi lo legge ad osare, a seguire se stessi lì dove non penseremmo mai di esser finiti, a sfuggire i “guardiani di porta”, ovvero coloro che con fare rassicurante sedano i tuoi sogni spacciandoli per azzardati, e ad apprendere dai “mastri di chiavi”, quelli che ti spronano a seguire le tue inclinazioni. E poi ancora i viaggi, e lì Volo ricorda con passione il suo cammino di Santiago, e la considerazione che per viaggiare non c’è bisogno di troppi soldi, quelli servono per far vacanza, ed infine la politica (per la quale non si espone troppo), l’amore ed anche il rapporto con Dio. Insomma il nostro eclettico autore si concede abbastanza ai suoi lettori, ironico e tagliente quanto basta per non indispettire l’ultima vittima di una delle sue innumerevoli battute, sembra proprio a suo agio fra i ragazzi, a metà fra il fratello maggiore e l’amico di una serata al pub che ti racconta i suoi sogni.

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