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Flightcrank, il progetto nato da una costola dei Prodigy

  • 14 aprile 2006

Longman era il suo pseudonimo quando suonava ancora con i Prodigy, che (lo si accetti o meno) è considerato uno dei gruppi più rappresentativi degli anni novanta, col suo radicale incrocio di dance e punk, partendo dai primi rave pionieristici fino ad arrivare alle charts più generaliste, ma senza mai perdere un briciolo di spigolosità. Oggi, sotto l’accattivante alias Flightcrank, Leeroy Thornhill continua la sua carriera da solista e sbarca anche a Palermo. L’appuntamento è per il 24 aprile alle 23 presso i locali dello Zsa Zsa Mon Amour di Palermo (piazza Campolo, ingresso 15 euro in prevendita, 12 euro previa iscrizione in lista).

Il suo stile è un mix di breaks, old skool ed electro conosciuta come "Miami Bass", beat radicali che non hanno paura di infettarsi con gli stimoli più sporchi e irriguardosi. Nonostante l'abbandono della band inglese, Leeroy ha continuato a produrre da solista, ottenendo ottimi feedback da vari suoi lavori, uno su tutti Flightcrank ep, che conteneva "Twisted" e "You told Me",due veri e propri spaccapista. Nel 2001 esce il suo primo album "Beyond All Reasonable Doubt", che conserva il gusto anagrammatico della metamorfosi. Quello di Leeroy, aka Flightcrank, è un ritorno alle origini, un po' meno reggae e roots e più vicino invece a matrici beat-folk e soul lo-fi venate da un'attitudine indie. Sghembe schitarrate e beat puntigliosi, digressioni vocali da muezzin metropolitano infagottate in ritmiche tra illusorie luminescenze e amareggiate discrepanze fioccano da fosche e fuligginose atmosfere post-industriali.

Ha remixato e prodotto pezzi musicali con i più grandi artisti, tra i quali David Gray, Lee Scratch Perry, Moby e Dr. Doom. Sicuramente eclettico e dotato di una tecnica di altissimo livello, ma soprattutto, forse, si sta parlando della persona più simpatica dei Prodigy. Ovvio, la sua musica non è per tutti i palati, anzi, si deve avere una certa predisposizione all’ascolto e pochi riusciranno a godere appieno del suo sound. Musica di nicchia, dunque, ma un must da non perdere per tutti i fan più schierati dei Prodigy che avranno la possibilità di poter sentire a Palermo almeno un assaggio di quella band, dato che difficilmente si potrà ascoltare dal vivo in altra maniera da queste parti.

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