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Gesip, Orlando:"Possibile strategia della tensione"

La Giunta comunale annuncia la nascita di una nuova società consortile che sarà del Comune al 51% e il restante 49% alle società Partecipate

  • 1 settembre 2012

Ancora alta tensione a Palermo sulla vertenza Gesip. Dopo il blocco ai 5 milioni di euro a favore della società partecipata arrivata dal Governo Monti, la preoccupazione e la rabbia dei 1.800 lavoratoti continua ad aumentare. Proseguono intanto gli incontri tra l’amministrazione comunale e le organizzazioni sindacali, a Palazzo delle Aquile. Oltre al sindaco Leoluca Orlando erano presenti gli assessori al Bilancio Luciano Abbonato e l’assessore alla Partecipate Cesare Lapiana.

Secondo indiscrezioni, sia i sindacati sia l’amministrazione fanno sapere che nascerà una nuova società consortile di cui sta per essere completato lo statuto e di cui si conoscerà il nome lunedì 3 settembre. La nuova società sarà per il 51% del Comune di Palermo e il restante 49% delle società Partecipate. La società si occuperà dei i servizi e di renderli più efficienti, e non si esclude la partecipazione in quota di altri Comuni con dimensione metropolitana attraverso la cessione di un ramo d’azienda. Secondo Orlando e La Piana il risparmio si aggirerebbe intorno ai 15 milioni di euro circa. «La costituzione della società consortile avrebbe un ruolo di primo piano in un quadro complessivo di interventi finalizzati a garantire i servizi alla città e la tutela delle condizioni occupazionali per i lavoratori - affermano dal Comune - E' però evidente che è un passo importante ma non l'unico necessario. Gli altri potranno essere fatti in un quadro di dialogo e concertazione con il Governo nazionale, con le altre Istituzioni e con i Sindacati dei lavoratori».

In una nota intanto il Comune fa sapere che lunedì 3 settembre si riuniranno due tavoli per affrontare l’emergenza: uno in Prefettura a Palermo su richiesta dell’Amministrazione comunale; l’altro, invece, sarà a Roma, fra Governo, Regione e Protezione civile. In merito alla situazione complessiva, la Giunta comunale ha approvato un documento in cui viene auspicato che «da parte del Governo e di tutte le Istituzioni interessate a questa delicatissima situazione si prenda coscienza dell’urgenza e dell’importanza del dialogo e del confronto, così come della necessità di coinvolgimento delle Organizzazioni sindacali dei lavoratori, che non possono essere escluse in una fase tanto delicata».

Nel documento si legge che la Giunta rifiuta «tanto la logica dei tagli indiscriminati, quanto la logica della privatizzazione selvaggia dei servizi, convinti come siamo ed in linea con i recenti pronunciamenti della Corte Costituzionale, che i servizi pubblici locali siano un diritto inalienabile e in quanto tali vadano garantiti, con qualità ed efficienza, dall’Amministrazione pubblica». «A Palermo sono in gioco interessi - continua Orlando - che vanno contro quelli della città e dei cittadini, così come è evidente che sulla gestione dei servizi per la città si sta giocando una partita in cui si intrecciano interessi economici e criminali davanti ai quali le Istituzioni non possono restare inermi o silenziose». «La straordinaria coincidenza dell’emergenza Gesip e di quella legata all’incendio di Bellolampo - sottolinea il sindaco - sembrano il frutto di una ben oculata “strategia delle tensione” che certamente non giova alla città e alle Istituzioni nel loro complesso».

Il sindaco attacca anche «quegli amministratori incompetenti che insieme all’Amministrazione precedente hanno generato la situazione odierna» e il documento si conclude con la volontà di «ragionare insieme con le altre Istituzioni e con i sindacati, su come garantire alla città i servizi oggi resi da Gesip e su come garantire l’occupazione produttiva dei lavoratori».

Sulla vicenda Gesip interviene anche il deputato regionale del Pd, nonché ex consigliere comunale, Davide Faraone: «La bomba Gesip è scoppiata, era prevedibile e chi di dovere dovrà assumersene tutte le responsabilità. E’ pur vero però che Monti non può fare come Ponzio Pilato lavandosi le mani di fronte ai 1800 operai che rischiano così di perdere il posto di lavoro». «Il governo centrale, insieme agli amministratori comunali, ha il dovere di trovare una soluzione senza abbandonare a sé stessi i lavoratori e preoccupandosi del funzionamento dei servizi essenziali per i cittadini».

«Il Comune, dal canto suo, si occupi di rendere produttive le aziende municipalizzate – continua il deputato Pd - troppe volte si é confuso il lavoro con l'assistenza, con il risultato che gli operai sono sempre in piazza a protestare e i servizi per la città inefficienti. Negli ultimi anni la giunta Cammarata ha ottenuto ben 900 milioni di euro da destinare al finanziamento di Amia e Gesip, ma nessun risultato è stato ottenuto: i conti non sono stati risanati e le aziende non sono state rese produttive. In pratica questi fondi hanno consentito solo la sopravvivenza delle società e non ne hanno incentivato lo sviluppo. Oggi Palermo – conclude Davide Faraone - non può più chiedere regali, lo Stato non si può più permettere di farne. Per fortuna».

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