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"Giuseppe e Maria", una storia "natalizia"

  • 28 dicembre 2005

Vi ricordate dove eravate la notte di Natale del 1991? E a parte la mattonata sullo stomaco del tiramisù di vostra suocera, che altro vi ricordate? Peter Turrini – poeta, saggista, autore teatrale, austriaco di origine italiana – non a caso ambienta "Giuseppe e Maria"( :duepunti edizioni Palermo, pp 73, euro 9), in “quella” notte di Natale. La mattina del 25 dicembre di quell'anno, nonostante l’annunciato tiramisù, Mikhail Gorbaciov si dimette dalla presidenza dell'Unione Sovietica, mettendo la parola fine ad un'era e facendone cominciare un'altra. Josef, Giuseppe Pribil, è un arzillo settantunenne, ausiliario di un istituto di sorveglianza, ha un passato di attivista del partito comunista, perseguitato politico, prigioniero e cavia dei più barbari e violenti "medici" nazisti. Il suo presente invece lo vede come l'ultimo degli idealisti, appassionato lettore e venditore de "La verità", un po' esempio, un po' zimbello dei giovani del partito, o di quello che ne resta. Il suo quotidiano è fatto di battaglie con la fame a fine mese, magari davanti alla villa di quello stesso "medico" che alcuni decenni prima lo ha sventrato e privato per sempre di troppe cose, e che ora mangia da vincitore tutte le sere in una bella sala al caldo, con la sua famiglia, il giovane rampollo anch'esso avviato alla nobile disciplina e la servitù. Maria Patzak, sessantanove anni, donna delle pulizie, senza posto fisso, ha nel suo curriculum alcune sfortunate esperienze nella "rivista", un momento di gloria come zebra in uno spettacolo e poi basta - giusto qualche molestia sessuale da bambina, un paio di signori che si sono presi qualche libertà di troppo. Oggi sbarca il lunario ai margini di una società opulenta e fredda come l'inverno austriaco, subisce le angherie della nuora e soffre per le sorti del figlio nelle mani della giovane megera.

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I due si incontrano la notte di natale in un grande ipermercato e ovviamente si innamorano a prima vista. Sono grotteschi, ingenui, sventurati, commoventi e struggentemente romantici Giuseppe e Maria, due dei personaggi più riusciti di Peter Turrini, e questo piccolo, gradevole "libretto" è un altro fiore all'occhiello per la :duepunti edizioni (www.duepuntiedizioni.it). Questa giovanissima e agile realtà editoriale palermitana si sta decisamente affermando come una casa editrice dalle scelte estremamente raffinate, interessata alla sperimentazione, attenta al panorama letterario europeo, con una accurata gestione della propria immagine, dalla scelta dei testi alla loro veste grafica, il tutto con costi al pubblico piuttosto contenuti – dai 3 ai 12 euro – il che non guasta. "Giuseppe e Maria" ha la struttura del testo teatrale ma si legge come un racconto, o meglio, per la densità dei personaggi e delle loro storie, come un romanzo, la lettura è rapida e piacevole, e meraviglia quanto calore – in questi giorni di freddo pungente – possa sprigionare da un libro così esile ed elegante. Parte integrante del volumetto è anche la postfazione di Michele Cometa che svela piccoli misteri sui due personaggi ed offre una ampia prospettiva su Peter Turrini autore, letterario e teatrale, nonché interessantissimo personaggio egli stesso. Regalare un bel prodotto editoriale è sempre un gesto intelligente, se poi il prodotto è ottimo ed ha alle spalle una piccola e ben gestita azienda palermitana, la cosa si fa ancora più interessante. Alla luce di ciò "Giuseppe e Maria" ha tutte le carte in regola per essere un bel "pensiero" natalizio, ma per favore, scegliete la persona giusta, leggerlo è un vero piacere, sarebbe un peccato sprecarlo come soprammobile.

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