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I teatri privati: “vogliamo le dimissioni del sindaco Cammarata”

Alcuni dei più rappresentativi teatri privati paermitani che rischiano da un momento all’altro la chiusura a causa di un inesistente dialogo col Comune di Palermo

Balarm
La redazione
  • 16 dicembre 2003

«Vogliamo che il sindaco di Palermo Diego Cammarata si dimetta». E’ con questa affermazione che Pippo Spicuzza, portavoce dell´Assoteatri, denuncia il malessere di alcuni dei più rappresentativi teatri privati paermitani che rischiano da un momento all’altro la chiusura. A portare avanti la protesta sono otto strutture, tra cui Agricantus, Crystal, Al Convento, Lelio, Metropolitan, Orione, Zappalà e Al Massimo, anche se quest´ultima si defila dal coro. «Siamo stati invitati a presentare progetti – continua Spicuzza - che il Comune non aveva alcuna intenzione di far andare avanti: praticamente una presa in giro perpetrata nel tempo. In più, i nostri teatri sono stati esclusi dal cartellone degli spettacoli estivi, come se i veri professionisti stessero solo fuori da Palermo».

E se i teatri speravano di ottenere il contributo promesso, che serve loro per tirare a campare, venendo invitati ad attendere l’assestamento di bilancio, così non è accaduto:  «siamo stati vittima ancora una volta - aggiunge Spicuzza - di una presa in giro». Come riportato nel documento diffuso sabato 13 dicembre dall’Assoteatri, «da quando esiste questa amministrazione la città è di fatto priva di un assessore alla Cultura perché sia dentro che fuori dal palazzo è opinione comune che è inutile parlare con l´assessore». E' infatti esonerato dalle proteste l’attuale assessore alla Cultura e anche quello precedente: «Rinnoviamo la nostra stima a un intellettuale di spessore come il professore Puglisi che non ha alcuna responsabilità di questa gestione caotica e raffazzonata. Al tempo stesso riteniamo esente da colpe il precedente assessore Sammartino i cui dissapori con il primo cittadino erano noti anche al personale delle pulizie del Comune». 

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E per culcludere l’Assoteatri dice che «all´interno di un´economia fragile come quella palermitana, i teatri privati non possono permettersi il lusso di non avere un interlocutore come il Comune. Essi danno un servizio pubblico attraverso un´offerta varia sia per le tipologie di spettacolo sia per le diverse fasce di utenza. Il sindaco e la sua amministrazione hanno l´obbligo di spiegare alla città com´è possibile che siano rimasti sordi alla richiesta di dialogo e di risorse che l´Assoteatri ha fatto pervenire». A consolidare la protesta sarà una raccolta firme su dei registri che, per garantire la loro validità, saranno vidimati da un notaio e presentati all’amministrazione comunale. 

E sia dalla maggiornaza che dall’opposizione arrivano i primi sostegni alla protesta di Assoteatri, pur prendendo le distanze dalla richiesta dell’associazione che vuole categoricamente le dimissioni di Cammarata. Il primo a prendere la parola è Franco Arcudi, segretario cittadino del Patto per la Sicilia, che dice «Nei prossimi giorni incontreremo i rappresentanti delle otto strutture riunite in Assoteatri perché fra i nostri principi basilari c´è la valorizzazione degli artisti locali». Anche Gerlando Inzerillo, di Nuova Sicilia, la pensa alla stessa maniera: « Condivido il malessere e la rabbia di Assoteatri. Nel Natale scorso i teatri privati hanno svolto un lavoro straordinario nelle periferie che non avranno la possibilità di ripetere quest´anno. Ma da presidente della commissione Cultura non condivido le accuse che Assoteatri ci ha rivolto. Ci siano attivati per mettere in contatto gli operatori con l´assessore alla Cultura, Gianni Puglisi, che ha preso impegni con loro ma, evidentemente, non li ha mantenuti». Il sindaco Diego Cammarata è pronto a esaminare la situazione, anche se dell´iniziativa che vuole le sue dimissioni non ne vuole proprio sapere.

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