TEATRO
Iaia Forte, in scena la complessità delle donne
Per “Palermo Teatro Festival” doppio appuntamento al Nuovo Montevergini con l’attrice napoletana, interprete di due testi di Mario di Caro e Giovanni Testori
Due momenti di riflessione, due serate per indagare la complessità dell’animo femminile. Sembra infatti questo il filo conduttore che unisce i due testi che andranno in scena al Nuovo Montevergini (via Montevergini 8, Palermo). Si comincia giovedì 12 novembre alle ore 21.15 (ingresso libero) con “Donna di cuori. Favola nera di una ribelle”, monologo inedito di Mario Di Caro. Il dittico di concluderà poi venerdì 13 e sabato 14 novembre, sempre alle 21.15 (ingresso 7 euro), quando sarà la volta di “Erodiade”, testo teatrale del 1969 di Giovanni Testori. Protagonista indiscussa delle due serate sarà Iaia Forte, affermata interprete del panorama teatrale e cinematografico italiano. L’attrice napoletana, nel primo caso, leggerà, con l’intensità che la contraddistingue, il testo di Di Caro, giornalista palermitano de La Repubblica, accompagnata dalle musiche composte ed eseguite dal vivo da Salvatore Bonafede.
Iaia Forte sarà poi interprete della complessa opera teatrale di Testori incentrata sulla figura di Erodiade. Sullo sfondo dell’uccisione di Giovanni Battista, la figura di questa donna misteriosa, madre di Salomè, ha colpito l’immaginario del drammaturgo milanese proprio per la sua natura congiante e duplice. Nella rilettura di Testori la figura di Salomè riduce la sua portata tragica, diventando succube della madre Erodiade, vera artefice della nota vicenda biblica. Sarà lei infatti a spingere la figlia a pretendere la testa del profeta, reo di non aver ceduto alle sue lusinghe erotiche. È dunque ancora una volta uno scontro quello che l’attrice mette in scena, quello tra la passione carnale e la spiritualità divina, reso nell’opera di Testori attraverso un linguaggio corposo e quasi fisico, che ha bisogno della parola come del gesto. Su tutto si staglia la complessa figura di Erodiade, donna femminile e virile, innocente e corrotta allo stesso tempo, dotata di una feroce violenza interiore che la consuma. La regia è di Clara Gebbia mentre le scene e i costumi sono di Stefania Cempini.
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