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Il blu di Palermo in mostra alla Broadway

Fabio Savagnone: «Mi è piaciuto questo titolo ironico perché mi è sembrato un modo diverso di conoscere la nostra città».

  • 18 gennaio 2004

E se per una volta invece di camminare ad occhi bassi ci si accorgesse del blu intenso del nostro cielo? Ci ha pensato Fabio Savagnone, giovane fotografo pubblicitario palermitano che ha scelto di immortalare una Palermo inusuale, fatta di monumenti e chiese aggrappate a drappelli blu cielo. S’intitola “L’alta Palermo”, l’esposizione di scatti a colori di Fabio Savagnone che si è inaugurata sabato17 gennaio scorso alla libreria Broadway di via Rosolino Pilo 18 a Palermo, e che sarà in programma fino al 31 gennaio con l’ingresso libero.

«Mi è piaciuto questo titolo ironico – racconta il fotografo – perché mi è sembrato un modo diverso di conoscere la nostra città. Con la faccia all’aria e l’obiettivo sempre puntato verso l’alto. Ho cercato di usare nuovi tagli geometrici e nuove prospettive per far risaltare non solo monumenti noti, ma anche quelli quasi sconosciuti ai più. Il trait d’union di ogni scatto, comunque, è il cielo terso e pulito delle nostre belle giornate. Quello che, da sempre, ci fa dire che non cambieremmo mai la Sicilia per nessun altro posto dove vivere».

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Il teatro Biondo, il Politeama, ma anche il Massimo attraverso l’inferriata sono solo alcuni esempi delle foto in mostra alla Broadway che, per problemi di spazio, ne schiera solo una trentina poiché Savagnone ne ha realizzate di più.  C’è spazio per “pezzi” storici della nostra città, dalla Magione alla Martorana, ma anche per quelli meno noti come la statua di Ercole alla Favorita o la vecchia casetta Whitaker abbracciata dalla folta vegetazione. Nonostante per i suoi lavori preferisca il bianco e nero, stavolta, le foto delle dimensioni di trenta per quaranta sono colorate da brillanti sfumature. «Per il momento – confida Fabio Savagnone – sto lavorando all’esatto contrario di questo progetto, ovvero la città vista dal basso.

Mi pioace partire da particolari semplici come lo spigolo del marciapiede messo a fuoco, mentre alle sue spalle si staglia una porzione del monumento che mi interessa svelare. Per fare tutto ciò, mi servo di una macchina fotografica che tengo appoggiata su un cavalletto a soli venti centimetri da terra. Mi piace pensare che in questo modo riesco a raccontare qualcosa di diverso di Palermo».  Le fotografie in mostra si potranno vedere fino al 31 gennaio e l’ingresso è aperto a tutti, negli orari di apertura della libreria.

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