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Incendio a Pizzo Sella, le stime di Legambiente

Nel 2010 Palermo è stata la provincia più colpita dalle fiamme: 202 roghi hanno trasformato in cenere 6.649 ettari di territorio

  • 25 luglio 2011

Pizzo Sella, il monte che sovrasta il Golfo di Mondello, è stato colpito da un incendio. Venticinque ville sono state evacuate preventivamente e i vigili del fuoco mantengono alta la guardia. Qualora l'incendio si confermasse di origine dolosa, questo episodio si aggiungerebbe alla lunga lista per la quale il 75% degli incendi in Sicilia sono di origine dolosa con interessi collegati alla criminalità: stando alle stime di Legambiente il giro d'affari legato al rimboschimento è stato pari a oltre sedici milioni di euro, visto che il rimboschimento di un ettaro bruciato costa due mila euro.

«Non basta - afferma Gianfranco Zanna, responsabile Beni culturali di Legambiente Sicilia - l'attività esemplare delle forze dell'ordine e del corpo forestale ogni estate, in prima linea nelle attività di spegnimento, informazione, avvistamento e controllo del territorio. La lotta a questi veri e propri delitti ambientali non può prescindere dalla sensibilizzazione dei cittadini e delle comunità, anche per rompere quel muro di omertà che a volte circonda gli incendiari».

Rispetto al 2009, si è registrato un aumento del 34% dei roghi boschivi, e la superficie interessata andata in fumo è raddoppiata con un incremento di quasi il 57%. Sull'intera superficie regionale, nel 2010, si sono abbattuti 1.159 incendi, che hanno fatto terra bruciata di 20.258 ettari, di cui 7.242 di boschi e foreste, con un'estensioni media di 17 ettari. Secondo il dossier aperto da Legambiente e dal Dipartimento della Protezione Civile, "Ecosistema Incendi", presentato nell'ambito della terza tappa della campagna "Non scherzate col fuoco", nel 2010 Palermo è stata la provincia più colpita dalle fiamme: 202 roghi hanno trasformato in cenere 6.649 ettari di territorio.

La portavoce nazionale di "Non scherzate col fuoco", Paola Tabatini, spiega che «gli incendi sono una vera e propria emergenza, perché distruggono habitat e paesaggi e possono mettere in crisi l'esistenza di tante economie locali che hanno scommesso sul turismo ambientale, accrescono il rischio idrogeologico e la desertificazione. Sono per la maggior parte incendi dolosi e, estate dopo ette, riconfermano un pericoloso segnale di rifiuto della legalità. Per reprimere il fenomeno è necessario eliminare a monte la possibilità di speculare sulla gestione delle aree bruciate».

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