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Jazz, ricerca e radici nella musica di Di Gesaro

  • 7 ottobre 2006

Un fine settimana ricco di musica e particolari sonorità, quello che si appresta a svolgersi allo ZsaZsa Mon Amour di Palermo (piazza Campolo, angolo via Angelitti): dal 12 al 14 ottobre il locale palermitano proporrà le prime battute di una stagione musicale che si preannuncia di notevole interesse. Ne dà conferma il concerto di venerdì 13, in cui la sicilianità di Biagio Di Gesaro sarà cullata dalle forme jazzistiche dei Dialetno (ore 22.30, ingresso 3 euro).

Pur consapevole della difficoltà d'approccio presso il pubblico nazionale, Biagio Di Gesaro, cantautore nativo di Isnello, fin da sempre ha voluto esprimersi nell'idioma della sua Isola, nutrendo un profondo rispetto per le proprie radici e la propria cultura, un legame molto forte con il modo di vivere, di essere e di sentirsi siciliano. Protagonista di una ricerca "sul campo" della musica popolare dialettale, complice il gruppo musicale del proprio paese, Di Gesaro si è ritrovato a maneggiare componimenti sia inediti che già pubblicati, riscontrando sempre l’immediatezza della musica e delle parole.
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Comincia così a comporre i primi testi dialettali che inevitabilmente assumono forma e musicalità propria di quella lingua, ma anche le tematiche in cui dominano i valori della solidarietà, della convivenza e del rispetto civile: una nuova via per recuperare e diffondere il patrimonio linguistico e musicale siciliano ed isnellese. Parte dei componimenti sono oggi raccolti nel disco "Ùccia di terra" pubblicato nel 2001, frutto di una collaborazione con il comune di Isnello e l’etichetta discografica "Teatro del Sole" di Palermo.

Da quel primo passo, Di Gesaro viene inserito in alcune importanti manifestazioni delle stagioni musicali palermitani e siciliane come "Palermo di scena", il "Bk Festival", il "Song Festival", il "Kemonia Festival", dandogli la possibilità non soltanto di esprimermi, ma anche di vivere delle emozioni forti che la musica sa dare. L'exploit si ha a seguito delle sua partecipazione al concorso comunale di Sant’Agata di Militello, che permette al vincitore di accedere all’ambita "Accademia della Canzone" di Sanremo: il nostro viene selezionato per accedere alle finali nazionali e in quell’occasione ottiene pure il "Premio della critica".

Nel 2003 viene selezionato per prendere parte al "Girofestival", arrivando fra i sedici finalisti. Ancora più recente è l'incontro con i Dialetno - Antonino Palazzolo (tastiere), Luca Di Martino (chitarra), Fabrizio Nicolosi (basso), Roberto Anile (chitarra elettrica), Nicola Mogavero (sax) e Giuseppe Sinforini (batteria) -, avvenuto nel maggio di quest'anno e rivelatosi subito molto proficuo. Una intesa perfetta in cui la musicalità di Biagio si sposa perfettamente con gli arrangiamenti in odor di jazz della band. Una interessante miscela fra jazz e sicilianità che potrebbe essere la risposta sicula a molti esperimenti che nella stessa direzione si svolgono ormai da tempo - e a vari livelli - in molte altre regioni della penisola.

Da non dimenticare gli altri appuntamenti, venerdì 12 con i Monodia (ore 22.30, ingresso 3 euro), e con gli ormai noti Sottocosto, giorno 14, (ore 22.30, ingresso 5 euro). Gruppo di recente costituzione, i Monòdia nascono a Palermo nel novembre del 2004, da un'idea di Fabio Marsana, ex cantante dei "Locanda Madrigale", che mette insieme elementi provenienti da svariate esperienze musicali: Simone Campione, attuale chitarrista degli heavy-metal "Irencross", Davide Scalzo, attuale bassista della formazione crossover dei "Reflections", ed infine Daniele Modica, giovane batterista dai plurimi accenti di genere, militante in svariate band palermitane. La loro idea è quella di proporre in rock-pop alternativo con tutte le sue sfaccettature, cercando di attingere sonorità anche dalle vecchie e attuali esperienze collaterali, con particolare attenzione ai testi.

Il sabato sarà riservato al gruppo dei Sottocosto, nato circa sette anni fa attorno al cantante Antonio Piazza ed al sax contralto Nicola Mogavero, che oggi schiera in lineup Riccardo Bonaccorso (chitarra e voce), Fabrizio Nicolosi (basso), Michele Mazzola (sax tenore), Samuele Davì (tromba), Calogero Ottaviano (trombone) e Giuseppe Sinforini (batteria). Artefice di uno ska a 360 gradi, cui il nocciolo duro del gruppo è pervenuto grazie alla minuziosa ed estenuante ricerca di musicisti versatili capaci di miscelarsi fra le musicalità jazz, latin, reggae e punk congiunte al ritmo incalzante del levare ska ed alla presenza di una completa sezione fiati composta da musicisti tutti provenienti dal conservatorio "Vincenzo Bellini" di Palermo.

Inseriti nella compilation del Balarm Rock vol. 1 con il brano "Tempo perso", nel 2004 hanno prodotto un demo per il Mei, con due tracce, "Son storie vere" e la stessa "Tempo perso", concepite secondo stilemi ampiamente codificati che in passato si sono rivelati autentiche chiavi del successo: ritmi serrati, un'ampia sezione fiati (sax contralto e tenore, trombone, tromba) cui spetta il compito di creare riff di facile presa, testi ed immagine scanzonati ed una vivacità musicale che ha saputo premiarli in quanto a seguito di pubblico ed ingaggi.

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