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John Patitucci torna col suo nuovo progetto

  • 19 maggio 2006

Si chiude in grande la stagione Jazz al Metropolitan organizzata dall'omonimo teatro di Palermo (viale Strasburgo 358), con un concerto del contrabbassista, considerato fra i più virtuosi e tecnicamente dotati del mondo del jazz: John Patitucci, che già nell'edizione 2003/2004 della rassegna aveva deliziato le orecchie del pubblico palermitano e siciliano, con un quintetto che proponeva per lo più i brani dell'ultimo lavoro discografico, allora appena uscito. Patitucci torna martedì 23 maggio a Palermo con un progetto tutto nuovo, un guitar-trio che lo vede affiancato dal chitarrista Adam Rogers e dal drummer Clarence Penn (ore 21.30, biglietto intero 22 euro, ridotto "Metropolitan Card" 17 euro, compresi diritti di prevendita).

Il concept del guitar-trio ha anche una particolarità, in quanto mentre alle "corde" stanno stabilmente il leader e Rogers, bacchette e pelli sono invece assunte a turno da tre dei più apprezzati batteristi attualmente in circolazione: l'amico Brian Blade (insieme al quale, con Ed Simon al piano, Patitucci costituisce il quartetto del grande Wayne Shorter), Nasheet Waits (già al fianco di Geri Allen, Ron Carter, Steve Coleman, Joe Lovano, Jackie McLean, Joshua Redman, Wallace Roney, Jacky Terrason, Mark Turner e molti altri) e Clarence Penn (Betty Carter, Ellis Marsalis, Wynton Marsalis, Jacky Terrasson, Roberta Flack, Dizzy Gilespie, Dianne Reeves, Cyrus Chestnut, Stephen Scott, Steps Ahead, Mike Stern and Rachel Z).

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Il nome di Patitucci è strettamente legato a quello di Chick Corea, avendo caratterizzato in maniera fondamentale il sound dell’Elektric Band e dell’Akoustic Band del pianista nordamericano (con cui, nel 1989, vince un Grammy insieme a Dave Weckl per la "Migliore esecuzione jazz di gruppo"), sebbene la voce dei suoi strumenti - oltre al contrabbasso, per chi non lo sapesse Patitucci suona anche "the beast", come egli stesso chiama il proprio basso elettrico a sei corde - abbia dato il proprio contributo a band di gran rilievo, quali quelle guidate da Stan Getz, Freddie Hubbard, Danilo Pérez e, come si diceva in apertura, Wayne Shorter, solo per citarne alcune. Dopo la prima uscita a suo nome, "John Patitucci" (1988), ha pubblicato vari fondamentali album, spesso dispiegando jazzisti tra i più accreditati (Branford Marsalis, Joe Lovano, John Scofield, Paul Motian, Michael Brecker, Brad Mehldau), raramente presenti insieme in un unico disco, ed ottenendo ben nove Grammy nominations (la più recente per il disco Communion, 2001) e due Grammy Awards, uno come strumentista ed uno come compositore.

La sua curiosità artistica lo porta ad esplorare differenti mondi musicali, versatilità questa che gli ha permesso di suonare nella sua carriera a fianco di musicisti di diversa estrazione (Ayrto Moreira e Flora Purim, Herbie Hancock, Bon Jovi, Joshua Redman e perfino Sting). Fra gli album più recenti a proprio nome "Song, Stories and Spirituals". Ha preso parte anche all'ultima fatica di Wayne Shorte "Beyond the sound barrier". E' di questi giorni la notizia che uscirà nell'agosto di quest'anno "Line by line", l'album che vedrà protagonisti a fianco del contrabbassista proprio Rogers e Blade, insieme al tenor-sassofonista Chris Potter. Il cd conterrà anche alcuni brani con il quartetto d'archi in cui milita Sachi, la moglie violoncellista del nostro, ed un particolare in cui al suo basso a sei corde farà da sponda il contrabbasso di Jeremy McCoy. In attesa di potere ascoltare tali meraviglie, non resta che concentrarci sul concerto di martedì: partito da Atene il 19, quella di Palermo per Patitucci sarà la seconda tappa italiana (dopo Catania) di un tour europeo che lo condurrà fino ad Istanbul, mentre con il quartetto di Shorter passerà per Umbria Jazz 2006.

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