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Juventus-Palermo 1-1: un’altra impresa rosanero

Quarta giornata, 25 settembre 2004, Juventus-Palermo 1-1

  • 27 settembre 2004

Appena qualche settimana fa, guardando il calendario  della nuova Serie A, a Palermo si scherzava: “…andiamo prima a San Siro, poi al Delle Alpi, e ci prendiamo 2 punti…” e mentra lo si diceva non ci credeva nessuno. O quasi. E adesso, dopo 4 giornate di campionato e dopo aver affrontato le prime due trasferte “da brivido”, il Palermo ha 6 punti in classifica, è ancora imbattuto, e i 2 punti contro Inter e Juventus li ha presi davvero. Dopo il pareggio “forzato”, ottenuto al Barbera dal portiere della Fiorentina, la formazione rosanero è andata a giocarsi la seconda partita fuori casa, ancora una volta di sabato e, ancora una volta in casa di una delle formazioni più forti d’Italia (e non solo); più precisamente in casa della “signora” del calcio, la capolista, la Juventus. Una partita che ai tifosi del Palermo faceva venire i brividi soltanto a vederla scritta nel calendario: una partita che la squadra di Guidolin ha dovuto affrontar priva del suo uomo più importante in fase realizzativi: Luca Toni. Il bomber, infatti, non è partito per Torino a causa di un lieve infortunio muscolare alla coscia destra e questa notizia aveva gettato un po’ di sconforto tra gli appassionati: “…senza Toni le prendiamo..”. Il tecnico rosanero, per ovviare all’assenza del suo centravanti di riferimento, cambia tutto: Farias in attacco e Raimondi-Mutarelli sulle fasce laterali.

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Fischio d’inizio affidato ancora all’arbitro Bertini (lo stesso di Inter-Palermo); la Juve parte forte e sembra, nei primi 10 minuti, poter dare al match l’impronta che tutti si aspettano. Ma è solo un impressione: il Palermo non ha alcuna intenzione di farsi schiacciare dai bianconeri e, a poco a poco, comincia a giocare il pallone in maniera fluida e con buone geometrie. E così, al 17° minuto succede l’imponderabile: uno dei pochi falli fischiati a favore dei rosa da un “disattento” direttore di gara, da la possibilità a Corini di esibirsi nel suo repertorio preferito; il Genio mette in area uno dei  suoi cross perfetti e Cristian Zaccardo, il giovane nuovo acquisto della difesa rosanero, svetta più in alto di tutti: colpo di testa e palla sotto la traversa. Buffon non può nulla: il Palermo è in vantaggio in casa della Juventus e i 6.000 palermitani giunti a Torino da ogni parte quasi non ci credono. La Juve tenta subito di reagire e Guardalben nega la rete ad Emerson; ma è sempre il Palermo a giocare e a creare e, incredibilmente, Raimondi, al termine di una splendida azione di squadra, viene tradito dall’emozione e spreca un perfetto cross al volo di Mutarelli tirando debolmente tra le braccia di Buffon.

La formazione di Guidolin  gioca alla pari con una delle favorite alla vittoria dello scudetto e i primi 45 minuti di gioco si chiudono con il meritato vantaggio rosanero. Capello, ovviamente, non ci sta: nella ripresa toglie un sempre più evanescente Del Piero per far entrare Trezeguet a far coppia con l’altra torre Ibrahimovic. E l’ingresso in campo del capocannoniere del campionato costringe la difesa rosanero, fino a quel momento impeccabile, all’unico errore del match: con il Palermo sbilanciato in avanti, infatti, Zebina è potuto arrivare al cross sul quale Trezeguet ha colpito di testa anticipando Barzagli: Guardalben respinge come può ma la palla arriva ad Ibrahimovic che, con un po’ di fortuna, riesce ad insaccare. Il tutto, però, condito da un dubbio più che legittimo sulla regolarità della posizione dell’attaccante franco-algerino. E qui, il Palermo ha dimostrato di essere una squadra solida e con grande carattere; subito il pareggio, infatti, non ha accusato nessun crollo psicofisico: Barone, Corini e Mutarelli hanno continuato a correre e a giocare palloni, la difesa è rimasta concentratissima e, prima Farias, poi Brienza (entrato a sostituire l’attaccante argentino) hanno tenuto in apprensione il muro difensivo juventino formato da Cannavaro e Thuram. Negli ultimi 10 minuti le forze fisiche di Zauli e compagni sono, per forza di cose, calate; la Juventus ha preso in mano le redini del gioco, ma senza mai riuscire ad affondare il colpo: ancora una volta, i 5 minuti di recupero assegnati da Bertini sono da vivere col fiato sospeso e, ancora una volta, a distanza di sette giorni dalla splendida prestazione di San Siro, il triplice fischio finale coincide con l’urlo di gioia di tutto il popolo rosanero. Un’altra impresa è compiuta, un altro punto pesante è stato conquistato e adesso il Palermo è una delle realtà più belle e divertenti del nostro calcio.

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