Kaki King, originalità e improvvisazione
Kaki è la più sorprendente chitarrista/compositrice che si sia mai vista da più di dieci anni a questa parte. La sua musica è tanto contraddittoria quanto lo è la stessa città di New York, dove si trasferì dalla nativa Atlanta. Questa coraggiosa ragazza viene dal nulla (suonava nella metropolitana della Grande Mela a seguito dell’attacco alle Torri gemelle) e ha un modo originale di suonare la chitarra, anche se il suo suono ha radici in un passato prossimo che risponde ai nomi di Michael Hedges e di Alex De Grassi; solo che questa giovane newyorchese riesce a coniugarlo in una grammatica assai personale. Per Kaki la chitarra è uno strumento a percussione proprio come la batteria, che suonava con la band della scuola. La sua voce non usa verbi o sostantivi, ma esclusivamente i suoni della chitarra acustica, in completa solitudine. Eppure lei non è la classica chitarrista virtuosa che si arrampica su sofismi strumentali alla ricerca di una concettualità astratta: semmai si dedica a costruzioni audaci senza dimenticare le forme e la struttura della canzone. Forse è l’uso di entrambe le mani che le permette di combinare i due livelli: Kaki infatti suona con la sinistra impostata da sopra il manico e con la destra che spesso si va a muovere nelle vicinanze.
"Everybody loves you" è l’esordio di un talento naturale, istintivo ed emotivo, slegato da qualunque ipotetico genere: brani che fondono il folk-blues con la new age, il cantautorato più intimista con propensioni strumentali da rocker. "Playing with pink noise" è il singolo tratto dal suo ultimo album "Legs to make us longer" (Epic/Mechanism/Sony) e di questa canzone è girato parecchio il video su Mtv e All Music. La poco più che ventenne Kaki può già vantare collaborazioni di prestigio, con David Byrne, Marianne Faithfull, Mike Gordon, Charlie Hunter e tanti altri. Il New York Times ha scritto di lei che "è la più incredibile esordiente degli ultimi dieci anni" e Acoustic Guitar Magazine l'ha anche segnalata tra i migliori chitarristi dell'anno! Lei rimane muta per scelta di fronte al mondo e lascia parlare la sua sei corde, fedele strumento di comunicazione e di affermazione: una chitarra che non provocherà rivoluzioni, ma che è capace di far intravedere nuove sfumature del mondo.
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