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"Kuros e Kore": Domenico Pellegrino ai Crociferi

Da un lato lo strumento e la tecnica, lo scanner e la registrazione sensoriale, dall’altro l'uomo e la donna: è la mostra di Domenico Pellegrino

  • 24 maggio 2010

Artista nato pittore e scenografo, ma che ha poi trovato la sua più autentica ispirazione nell’arte digitale. Lo scanner è il suo strumento tecnico prediletto e il suo tavolo da vivisezione; il corpo umano, l’enigma da interrogare: così scrive Aurelio Pes nella nota critica, che introduce la personale di Domenico Pellegrino dal titolo “Kore e kuros” presso l’Ex Noviziato dei Crociferi (via Torremuzza 20, Palermo), che si inaugura martedì 25 maggio alle ore 19 (ingresso libero). Presentata dall’Assessore al Centro Storico Maurizio Carta e organizzata da BQuadro Eventi e Comunicazione, la mostra si protrarrà fino a lunedì 7 giugno (aperta tutti i giorni, tranne domenica, ad ingresso libero, dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 19.30, il sabato dalle 10 alle 12.30).

Emergono immediatamente i due elementi principali della sua ricerca artistica: da un lato lo strumento e la tecnica, lo scanner e la registrazione sensoriale, modificati proprio per realizzare la personale indagine anatomica e metaforica sul soggetto, che dall’altro lato è rappresentato dall’uomo e la donna, facce della stessa medaglia, con le dovute differenze e analogie. Il tema pertanto è classico, universale e trasversale insieme: i kuroi e le korai, statuarie figure plastiche, modello di giovani e fanciulle greci, nella scultura preclassica già si affermano come indice di ricerca della bellezza e dell'armonia fisiche e spirituali. Pellegrino attualizza questo bagaglio iconografico e analizza corporee sagome femminili e maschili indistintamente, alte sette metri, ne cattura l’immagine quasi radiografica emessa dallo scanner, ritraendole poi con i vari colori dello spettro solare reagenti al calore corporeo. Per riuscire nell’impresa, l’artista ha cambiato l’orientamento del mezzo, che nelle sue mani è diventato verticale, e ha inserito un filtro ottico che permetta di visualizzare il “punto di vista del computer”, come spiega egli stesso.

La fusione tra il soggetto e lo strumento informatico è quindi totale: lo scambio perfettamente osmotico tra le due parti è “sintomo” della convivenza ormai consolidata tra l’umano e l’artificiale, in cui la gestione delle relazioni e la profondità del legami instaurati passa attraverso un esame da laboratorio, che svela e scarna le presenze e le assenze dei soggetti coinvolti, un esame che costituisce l’operazione artistica che Pellegrino intende porre allo scoperto e rivelare nelle sue più nascoste e impenetrabili trame. Senza tempo appaiono allora le figure, archetipi intramontabili, kuroi e korai contemporanei, nella loro levità iconica e insieme nell’esplosione cromatica che li rappresenta, tracciando una linea di continuità che da quel passato classico getta un ponte verso un futuro ancora da scrivere, universali presenze e riflesso di ogni storia dell’umanità. Per maggiori informazioni è possibile chiamare il numero 091.2731379.
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