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La "buona strada" per Palermo: don Pino Puglisi è beato

Don Pino è stato beatificato in una calda giornata di fine maggio, alla presenza di circa 100mila fedeli; la sua festa sarà celebrata il 21 ottobre di ogni anno

  • 25 maggio 2013

È mattina presto. Palermo si sta svegliando sotto un cielo che appare più azzurro del solito. E il giorno che sta per iniziare è uno di quelli da non dimenticare. Per le vie del centro, chiuso al traffico, si riversano i primi pellegrini diretti al Foro Italico per partecipare alla cerimonia di beatificazione di padre Pino Puglisi Vengono da tutta la Sicilia e da diverse regioni d’Italia: sono giovani e anziani, adulti e bambini. Hanno tutti il volto allegro, attraversato da un’evidente emozione.
Secondo le stime, i fedeli che affollano il vasto prato di corso Umberto I, in questa giornata storica, sabato 25 maggio, sono circa 100mila. Davanti a loro un mare immenso da cui proviene un vento leggero che fa ondeggiare gli striscioni preparati da diversi gruppi per dire “Grazie” a padre Pino, primo sacerdote della Chiesa palermitana a essere dichiarato martire e beato perché ucciso dalla mafia in odium fidei a Brancaccio, il 15 settembre del 1993.

Verso le dieci e trenta la cerimonia ha inizio. C’è silenzio tra i pellegrini che attendono con ansia il momento in cui, dopo la lettura della lettera apostolica di Papa Francesco da parte del suo rappresentante, il cardinale Salvatore De Giorgi, viene scoperta la gigantografia del nuovo beato. E l’immagine scelta è quella che ritrae 3P con quel suo sorriso avvolgente, che illumina e stupisce. Un applauso fragoroso alla vista di quel volto raggiante sale dalla folla, che con gli occhi segue il volo delle colombe intorno alla fotografia del Servo di Dio. Poi in processione viene portata a un lato dell’altare una reliquia di padre Pino, un frammento di costola prelevato in occasione dell’estumulazione della salma.
Dopo questi riti, la celebrazione continua con la lettura del Vangelo e con l’omelia del cardinale di Palermo, Paolo Romeo. Nelle sue parole il ritratto a tutto tondo di don Pino, «che non fu mai un prete per mestiere ma un autentico pastore, un padre dalle relazioni semplici caratterizzate da un’accoglienza che sapeva di umano e soprannaturale». Quindi il ricordo del suo impegno a Brancaccio dove portava avanti «un’azione di evangelizzazione e promozione umana», fino al giorno del suo martirio «che ci interpella tutti a vincere ogni forma di male».
A partecipare alla cerimonia, tra gli altri, c’erano il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, il presidente della Regione, Rosario Crocetta, Piero Grasso, presidente del Senato e Angelino Alfano, vice primo ministro. Il presidente della Repubblica, invece, si è reso presente con un telegramma in cui ha espresso la sua «vicinanza a un sacerdote il cui martirio costituisce una grande testimonianza di fede cristiana, di profonda generosità e di altissimo coraggio civile».
Da oggi, quindi, don Pino è beato. E come commenta Anna Rita, una bambina che frequenta il Centro Padre Nostro, «adesso don Pino è “famoso”, tutti potranno conoscere la sua storia di educatore e di sacerdote che portava i ragazzi sulla “buona strada”». La sua festa sarà celebrata il 21 ottobre di ogni anno e le sue spoglie mortali, in attesa che sia pronta la chiesa di Brancaccio dove saranno custodite definitivamente, possono essere venerate nell’altare dell’Immacolata della Cattedrale. Qui sono collocate all’interno di un simulacro in marmo a forma di spiga di grano. Un’immagine, questa, tanto cara a 3P, convinto che, come dice il Vangelo, «un chicco caduto sulla terra muore e porta molto frutto». Domenica 26 maggio, sempre in Cattedrale, alle 18, si celebrerà la Messa di ringraziamento per il nuovo beato.
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