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La Sartoria Sociale a Palermo: un bene confiscato diventa centro per stilisti

È stata inaugurata a Palermo la Sartoria Sociale: da un bene sequestrato alla mafia nasce un hub per stilisti, sarti e amanti del cucito nell'ottica del riuso

  • 25 novembre 2017

Un bene confiscato alla mafia diventa luogo di lavoro e creatività: nasce così la Sartoria Sociale, progetto gestito dalla cooperativa Al Revés, inaugurata lo scorso 14 novembre.

La sede si trova in via Alfredo Casella 22, all'interno di un edificio trasferito dall’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei Beni Sequestrati e Confiscati alla criminalità organizzata (ANBSC) al Comune di Palermo.

La Sartoria Sociale è un progetto di impresa sociale multidimensionale dal valore altamente simbolico per una città che si evolve sempre più nella direzione di un cambiamento all'insegna della legalità, della solidarietà e dell'accoglienza.

Ciò si traduce nel coinvolgimento di stilisti, sarti e amanti del cucito di diverse etnie in un laboratorio che mette a contatto persone di ogni età ed estrazione sociale, con un occhio di riguardo al lavoro di riciclo e di riuso.

La riqualificazione dell'edificio ha ricevuto il supporto di alcune realtà imprenditoriali e di privati cittadini che hanno permesso la messa a punto dei lavori di ritrutturazione dei locali e permesso il coinvolgimento nei lavori di volontari e persone svantaggiate, come i detenuti del Carcere "Pagliarelli".

Per tenersi sempre aggiornati sulle iniziative della Sartoria Sociale è possibile consultare il sito internet, dove è disponibile il catalogo online con tutti i prodotti in vendita, dalle shopper alle t-shirt, dagli zainetti alle cartelle portadocumenti, dalle tasche multiuso alle bomboniere.

Oltre alla produzione e all'apprendimento, la Sartoria offre un servizio di riparazioni sartoriali, di produzione per commissione di terzi e organizza corsi di cucito e di bricolage rivolti anche alle scuole.
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