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Laurea honoris causa al compositore Salvatore Sciarrino

Balarm
La redazione
  • 19 marzo 2007

E’ uno dei protagonisti del panorama musicale contemporaneo, il più noto ed eseguito dei compositori italiani viventi di opere, sinfonie e musica da camera, tra i più celebrati a livello internazionale. A Salvatore Sciarrino l’Università di Palermo ha conferito, lo scorso 19 marzo, la laurea honoris causa in Musicologia, uno degli eventi che segneranno il sessantesimo compleanno del compositore palermitano (che cade il 4 aprile), celebrato con concerti monografici e omaggi in tutta Europa. Sciarrino può essere definito un “ecologo del suono” per la sua capacità cristallina di affinare la sensibilità uditiva e liberare la mente dagli stimoli stereotipati, antidoto all’inquinamento acustico dei nostri giorni. Sarà il presidente del corso di laurea in Musicologia, Paolo Emilio Carapezza, a pronunciare la Laudatio, intitolata “Apollo ed Hermes”, prima di lasciare la parola al compositore che terrà la sua Lectio sul tema “Malinconia degli studi”. Un ritorno a casa per Sciarrino, che in gioventù frequentò l’Istituto di Storia della musica dell’ateneo e che esordì, ancora adolescente, nella stagione felice delle Settimane internazionali di Nuova Musica. La motivazione della laurea honoris causa ripercorre le tappe fondamentali della carriera del compositore e riassume il senso dell’onorificenza: “Per la pregnante originalità della sua concezione del Suono, Salvatore Sciarrino è uno dei protagonisti del panorama musicale contemporaneo. Tra i compositori italiani viventi di opere, sinfonie e musica da camera è il più noto ed eseguito. Può vantare un catalogo di prodigiosa ampiezza e una carriera costellata di premi e riconoscimenti prestigiosi. La sua discografia è tra le più ricche di un autore vivente. Le sue opere, edite da Casa Ricordi e da Raitrade, sono eseguite in Europa e nel mondo dai più autorevoli interpreti”. Il musicista palermitano, in una recente intervista, ha raccontato così le sue Sonate per pianoforte: «Ovviamente non sono sonate classico-romantiche, semmai pre-classiche. Sono un predicatore della classicità, ma la mia musica la salta completamente. L’inquietudine mi porta a parlare dell’atto della creazione stessa. Le mie sonate hanno, quindi, un carattere principiale: pur non essendo primitive, sono cosmologie».

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