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Le ceneri di Pirandello: le racconta Alajmo

Un racconto che insieme ad altri compone una raccolta (che mai sarà pubblicata) delle vicende subite dai corpi di grandi uomini del passato, dopo la loro morte

Fabio Vento
Web developer e giornalista
  • 11 dicembre 2008

È la storia vera delle spoglie dello scrittore agrigentino, che neppure in morte trovarono la pace, viaggiando per 25 anni e tre funerali e mezzo, e disegnando così un'avventura non meno rocambolesca delle novelle che egli scrisse in vita. Stiamo parlando dell’ultimo lavoro letterario del giornalista palermitano Roberto Alajmo, dal titolo “Le ceneri di Pirandello”: 48 pagine per le Edizioni Drago, impreziosite inoltre dalle illustrazioni di Mimmo Paladino.

Luigi Pirandello avrebbe voluto andarsene in forma umile, scomparire nel silenzio: «Carro d’infima classe, quello dei poveri… E nessuno m’accompagni… Bruciatemi. E il mio corpo, appena arso, sia lasciato disperdere; perché niente, neppure la cenere, vorrei avanzasse di me», chiedeva nel proprio testamento. Ma sfortunatamente, gli venne concessa soltanto la cremazione, e le sue ceneri rimasero confinate per circa dieci anni al cimitero Verano.

Almeno fino alla richiesta del sindaco di Agrigento, Lauricella, che le reclamò. E così sarebbe anadata se non fosse stata per quella serie di circostanze assolutamente “pirandelliane” per cui il velivolo americano che avrebbe dovuto trasportarle non decollò mai.

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Per il trasporto poi venne usato un treno, ma anche in questo viaggio accaddero avventure tanto surreali quanto vere. E così neppure ad Agrigento le ultime volontà dello scrittore poterono essere eseguite. Fino a giungere ad un epilogo altrettanto “pirandelliano”...

Nelle intenzioni di Roberto Alajmo, questo racconto doveva essere il primo pezzo di una raccolta sulle avventure subite dai corpi di grandi uomini del passato dopo la morte. Un libro che doveva essere dedicato a indagare, sì, su quel che ci aspetta dopo la morte; tuttavia l’espressione “post mortem” andava interpretata da un punto di vista non spirituale, ma proprio fisico, corporale.

«L’anima, per quanto mi riguarda, è libera di fare quello che vuole; la conosco, si arrangia in tutte le situazioni e di sicuro troverà modo di cavarsela: è il corpo quello che di sicuro smette di divertirsi. È il corpo, che mi preoccupa». Mazzini, Dante Aligheri, Lenin, Moliére, Sant'Agata: qualcuno venne seppellito a tre metri di profondità, qualcun altro fu imbalsamato nel legno, un altro fu immerso nella salamoia. I destini di questi corpi dopo la morte sono stati singolari almeno quanto quelli dei loro proprietari.

Ma questa ipotetica raccolta non vedrà mai la luce, perché come spiega l’autore: «Quando si parla di determinati argomenti, può sorgere qualche pregiudizio. Potrebbe essere scambiato da molti come un cattivo augurio... e di tale pregiudizio uno scrittore meridionale deve pur tenerne conto». Il libro del giornalista palermitano Roberto Alajmo “Le ceneri di Pirandello” costa 7.20 euro ed è già disponibile in libreria.

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