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Micciché, l'antimafia, il marketing e l'aeroporto

Toponomastica, antimafia e simboli: querelle che ha radici antiche. Intanto i cittadini si attivano per dedicare a Falcone e Borsellino piazza Ruggero Settimo

  • 19 settembre 2012

«L'aeroporto di Palermo lo intitolerei ad Archimede o ad altre figure della scienza, figure positive». Le parole del candidato alla Presidenza della Regione Sicilia sostenuto da Grande Sud e Partito dei Siciliani Gianfranco Miccichè, riaprono nuovamente il dibattito sulla mafia e sull’antimafia.

Nonostante la smentita in cui Miccichè afferma di farsi promotore «presso l’Assemblea Regionale di intitolare l’aula parlamentare alle vittime di mafia», l’ex luogotenente di Forza Italia resta della sua opinione sull’opportunità, dal punto di vista del marketing turistico, «di intitolare un luogo di partenza e arrivo come l’aeroporto alla memoria dei propri eroici caduti». Dunque Miccichè ne fa una “battaglia di marketing”: «Non ci si presenta ai tanti turisti che accoglie la Sicilia con il sangue di una delle più profonde e, ancora non sanate, ferite della nostra terra».

Toponomastica, antimafia e simboli. Una querelle che ha radici antiche. A Milano da anni si dibatte e ci si scontra sulla strada a Bettino Craxi mentre a Palermo Giovanni Falcone e Paolo Borsellino non hanno né una via né una piazza né un vicolo. Proprio così a Palermo non c’è una strada dedicata ai propri figli più illustri. L’aeroporto sì, mentre la città niente.

Le istituzioni tacciono, mentre i cittadini si attivano. Un cittadino palermitano, Antonio Catalfio, ha deciso di proporre, tramite una pagina Facebook, al sindaco Leoluca Orlando, il cambio del nome a piazza Ruggero Settimo dedicandola ai due magistrati uccisi dalla mafia nelle stragi del ’92. «Una piazza intitolata ai suoi figli più illustri - spiega il promotore dell’iniziativa - perché la centralità, l'importanza e la bellezza della piazza è esemplificativa dell'universalità del messaggio positivo dei due magistrati». Che penseranno i turisti in piazza Politeama? La battaglia del marketing continua…

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