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Napalm Death, un evento sonoro estremo

  • 3 luglio 2006

L’estate, da che mondo è mondo, è tempo di festival rock ed esibizioni di grandi band, e anche la nostra città, per fortuna, non sembra sfuggire a questa regola aurea del rock’n’roll. In un’estate musicale ricca di grandi nomi del panorama internazionale più pop anche gli appassionati del frastuono più atroce avranno finalmente la loro parte: direttamente da Birmingham, UK, arrivano i Napalm Death, storica band del metal nella sua variante grind, che giovedì 6 luglio salirà sul palco del Bier Garten di Palermo (viale Regione Siciliana 6469, inizio concerto ore 22, apertura cancelli alle 20, ingresso 15 euro più diritti di prevendita, biglietti acquistabili nelle rivendite abituali). Il concerto è organizzato da Terza Riva.

Per i meno addentro alla musica estrema, bisogna dire che i Napalm Death sono considerati quasi unanimemente come i padri putativi del grind-core, genere musicale che a metà degli anni ottanta gettò un ponte tra l’urgenza e la velocità dell’hardcore punk politicizzato di gruppi come Crass e Discharge e la tecnicità e la violenza sonora dell’heavy metal. Fondati nel 1981 da Mick Harris alla batteria, Justin Broadrick alla chitarra e Nick Bullen al canto, dopo aver militato per anni nel circuito anarco-punk dei Crass, riuscirono a pubblicare il loro primo disco “Scum” (edito su Earache) solo nel 1987.
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Il disco viene tutt’oggi considerato la pietra miliare del grind-core britannico: una variante dell’ hardcore punk talmente violenta che stabilì nuovi parametri nella velocità di esecuzione dei brani, che erano in effetti assalti sonori della durata di pochi secondi, sorretti da voragini di riff di chitarra elettrica frammentati ed un cantato “ringhiato” che non conservava più nulla di umano. Dopo aver inciso un disco che avrebbe stabilito da lì in avanti il limite estremo per la musica rock, pubblicarono, con alla voce Lee Dorrian, “From Enslavement To Obliteration” (Earache, 1988), un album più solenne che traeva ispirazione sia dai Discharge che dagli Swans, mostrando un modo più equilibrato nel gestire la velocità a favore dell’ispirazione dei brani.

Dopo l'EP “Mentally Murdered” si può affermare che termini la loro prima fase musicale, sicuramente anche per i ponderosi cambi d’organico: Dorrian e Steer lasciarono il gruppo per entrare rispettivamente nei Cathedral e nei Carcass, e al loro posto subentrarono al canto Barney Greenway dei Benediction ed alle chitarre Mitch Harris e Jesse Pintado, rispettivamente già nei Righteous Pigs e Terrorizer. La nuova formazione spinse la band ad un cambiamento stilistico che li porterà prima a suonare uno speed-metal alla Slayer, e successivamente a dedicarsi all’allora emergente death-metal, come dimostra l’album Harmony Corruption (Earache, 1990), arriso da un buon successo di pubblico.

Gli anni novanta segnano per i Napalm Death alterne sorti: da un lato c’è la sperimentazione in gruppi paralleli come gli Scorn, nati dalla collaborazione il batterista Mick Harris e i vecchi membri dei Napalm col musicista d'avanguardia John Zorn, dall’altro invece la pubblicazione di una serie nefasta di album che dopo il discreto “Utopia Banished” (1992), rivelano un gruppo disorientato e quasi mai a fuoco. Con l’album Fear Emptiness Despair (1994) tentano di allontanarsi dal cliché del death-metal, mentre nel 2000, dopo altri due mediocri Lp sfornano “Leaders Not Followers” (su Relapse), album di cover che sembra ridare linfa vitale al gruppo. Nel 2001 pubblicano Enemy Of The Music Business (Spitfire), con una line up abbastanza stabile che vede Mark "Barney" Greenway alla voce, Shane Embury al basso, Mitch Harris alla chitarra e Danny Herrera alla batteria. L’album è accolto molto bene dai fans grazie alla sua brutale sequenza di pezzi che rimanda al periodo d’oro del grindcore.

Nel 2005 danno alle stampe ” The Code is Red... Long Live the Code”, lavoro che manifesta il riavvicinamento al grind intrapreso nell’album precedente, dove ospitano in alcuni pezzi ospiti di riguardo come Jeffrey Walker dei Carcass, Jamey Jasta degli Hatebreed e il leggendario Jello Biafra ex-frontman dei Dead Kennedys. Attualmente Il gruppo è al lavoro sull’album “Smear Campaign”, che dovrebbe vedere la luce soltanto a fine anno, ma che già si preannuncia come un’ulteriore evoluzione nella storia del gruppo. A detta del frontman Barney Greenway il disco vedrà ospite in alcuni brani la cantante Anneke van Giersbergen dei The Gathering, gruppo gothic/alternative danese, ma assicura ai fan più duri e puri che suoneranno veloce come al solito.

Il concerto palermitano dei Napalm Death a Palermo si preannuncia quindi come l’”Evento” estivo per gli amanti siciliani delle sonorità più estreme: era d’obbligo quindi, fare aprire il concerto degli inglesi a due tra i gruppi più rappresentativi della realtà metal/hardcore nostrana. Toccherà dunque ai Balatonizer, trio di death metal/grindcore che ha esordito nel 2004 con l'album "Occlused In Ottusity" per l'etichetta californiana This Dark Reign ed agli Opposite Squad, band hardcore/punk nata dalle ceneri dei seminali 180° in Opposity, essere chiamati a rappresentare la brutalità sonora in chiave palermitana, e siamo certi che i nostri, in presenza di cotanti maestri, possano dimostrare di come anche nell’estremo sud dell’Europa ci siano allievi che hanno saputo mettere a frutto la brutale lezione grind dei Napalm Death.

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