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Nina Horribilis: la poesia digitale

  • 23 maggio 2005

Nina Horribilis non è soltanto uno pseudonimo, bensì un alter ego, quello di Mary Carollo, giovane artista palermitana (1969) che ha inaugurato la sua personale “Autografa” sabato 21 maggio all’Arèa contenitoreartecontemporanea (piazza Rivoluzione 1, Palermo, con la direzione artistica di Giovanni Lo Verso e Marina Giordano, e il testo critico di Chiara Chiaramonte. Visitabile fino al 12 giugno, tutti i giorni tranne il lunedì, dalle 19.30 in poi). Si suole parlare di “personale” quando la mostra in questione tratta le opere di un unico artista; nel caso di “Autografa” sembra che mai termine sia stato più appropriato, poiché così, con la stessa dose di doppio senso e di ironia di cui Mary Carollo è capace, si definisce perfettamente il carattere intimo e privato di quelle piccole sessanta stampe digitali, che sembrano pagine strappate dal diario segreto dell’artista. Si può leggere, infatti, nel bel sito di quest’ultima (www.ninahorribilis.com) che “a volte, esporre le opere del proprio intelletto è quasi un dovere civico”.

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Ma la nostra non indugia né in patetismi né in banalità, perché tutto è raffreddato e raffinato dal tagliente stile che caratterizza questi disegni digitali allestiti in minimali supporti neri, colore che campeggia in ogni opera. Il nero è il colore del pessimismo, del dolore cieco, sentimenti di cui il pupazzino di Nina Horribilis ci parla, con i suoi occhi vuoti e grandi. Ma non è solo questa “vocazione all’abisso”, ossia la “brutta conformazione mentale” di cui sembra affetta Nina, che ci colpisce di questa mostra: è sopratutto la schiettezza e il coraggio con cui si racconta la Carollo, nella quale ognuno può rispecchiarsi e ritrovare situazioni vissute a cui l’artista ha saputo trovare la descrizione grafica e la definizione giuste. Ad esempio: “stasera potrebbero trovarmi riversa in una pozza di lacrime”. Chi non l’ha pensato! Credo che la genialità di quest’artista stia nel fatto di riuscire, attraverso i suoi piccoli, grandi drammi quotidiani, a farci commuovere e ridere nello stesso momento, con una poeticità inedita al mezzo utilizzato.

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