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"Non si esce vivi dagli anni Ottanta": le Client tornano a Palermo

  • 5 marzo 2006

Raf si interrogava su cosa resterà degli anni ottanta. La risposta è così chiara e lampante che risulta quasi spontanea: ovvio, le Client! Ritorna per la terza volta a Palermo il duo inglese tutto al femminile dedito all’elettro-pop. L’appuntamento è per il 9 marzo alle 22 presso lo Zsa Zsa Mon Amour (via Angelitti 22, angolo piazza Campolo, ingresso 5 euro). Alla già rodata ed affiatata combo formata da Sarah Blackwood alla voce (ex dei Dubstar) e Kate Holmes alle macchine (ex Technique e Frazier Chorus), è stato aggiunto un terzo componente: la bellissima modella Emily Mann al basso.

L’ex duo, adesso trio, è divenuto famoso dopo aver supportato il tour dei Depeche Mode nel 2002 e aver pubblicato due album, "Client" (2003) e "City" (2004), entrambi per la Toast Hawaii Rec., l’etichetta discografica di Andrew Fletcher, tastierista dei Depeche Mode. Il successo di pubblico però è dovuto principalmente al sound prodotto, una sorta di revival anni ottanta nel quale si possono riconoscere tutti gli artisti che hanno influenzato maggiormente Sarah e Kate: Joy Division, Pet Shop Boys, Depeche Mode (ovviamente), The Smiths, DAF e, soprattutto, i Kraftwerk. Si presentano dal vivo con un look ispirato dalle uniformi istituzionali, fatto di divise da hostess sovietiche e abiti da segretarie est europee, il tutto condito da una dose di erotismo pseudo-fetish. La loro estetica è anche lo specchio dei temi trattati nei testi delle loro canzoni: voyeurismo, feticismo e incontri sessuali illeciti. "City" è un album più dark rispetto al primo, ma riesce ad espiare alcuni peccati dell’esordio, grazie anche alla produzione di Joe Wilson (degli Sneaker Pimps) e alla presenza di ospiti illustri, quali Martin Gore dei Depeche Mode, Carl Barat (The Libertines) e Peter Doherty (ex dei The Libertines e attuale leader dei Babyshambles).

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La scansione delle sillabe e le tastiere lente dell'iniziale "Radio" non sono un boccone amaro, né tanto meno lo è il cinismo posticcio di "In It For The Money", mentre "Don’t Call Me Baby" arriva quasi ad essere un pezzo pregiato. Poi, però, il kitsch si appropria e rovina i tentativi di approccio malinconico di "The Chill Of October", ma a quanto pare tutto fa parte del gioco che le Client hanno accettato tempo fa. Resta il fatto che, al di là delle scelte di immagine, il pop-elettronico retrodatato del trio fa sue le cadenze lente e i suoni posticci degli anni ottanta più "poppettari" e cerca di appropriarsi dei nuovi espliciti linguaggi in chiave femminile lanciati dall’elettroclash in Europa. Attualmente le Client sono al lavoro per il terzo album che, come annunciato dal trio, sarà il più "kraftwerkiano" della loro carriera.

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