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Note a margine della musica in Sicilia

Balarm
La redazione
  • 13 settembre 2005

Nei giorni in cui veniva promulgata la Legge sulle attività musicali (meglio nota come Legge 44/85) ricordo la grande euforia di alcuni operatori e di alcuni colleghi musicisti siciliani; ed in effetti grandi attese erano state, finalmente, coronate da una legge regionale che colmava la discrezionalità che aveva connotato i precedenti comportamenti dell’Amministrazione Regionale riguardo le attività culturali e musicali nello specifico. Non abbiamo avuto, però, bisogno di vent’anni per accorgerci che la parola d’ordine non era cambiata: la “discrezionalità” (seppur nascosta dietro passaggi burocratici e commissioni più o meno illuminate o addomesticate) cacciata dal portone è ben presto rientrata dalla finestra. Ed infatti, già sul finire degli anni ’80 ci accorgemmo che nel solco di altre leggi “ad hoc” anche la 44 finiva col tutelare solo pochi “clienti” e non premiava coloro che già operavano in maniera assidua e coerente.

Avemmo modo di chiedere attraverso le colonne di “Cronache Parlamentari” (la non sostituita rivista dell’Assemblea Regionale) che l’Amministrazione Regionale compisse un gesto di chiarezza nei confronti dell’intero mondo musicale siciliano assumendosi anche l’onere di scegliere quegli Enti o quelle Associazioni da sostenere in maniera non clientelare. Tutto per giungere, all’inizio degli anni 2000, al paradosso dell’apertura indiscriminata degli elenchi delle Associazioni ammesse a contributo. Ci chiediamo: “Come pensa l’Amministrazione Regionale di sostenere il mondo musicale erogando contributi da 2000 o poco più euro l’anno?” e “Che tipo di attività può svolgere un’Associazione o un Ente, se pur giovane e snello, con contributi di tale risibile entità?”. E’ a dir poco singolare che l’Amministrazione Regionale continui, con ostinata pervicacia, la infelice ed antica pratica dei “contributi a pioggia” vanificando la propria spesa senza distinguere, o non volendo distinguere, in un elenco ormai assurdamente dilatato (e ci riferiamo chiaramente agli Enti ed Associazioni di fascia C) tra Associazioni neonate o fantasma ed Associazioni che operano da oltre vent’anni con continuità e con comprovata professionalità.

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Ed ancora è quantomeno incredibile che si agiti l’ipotesi di una nuova legge sulle attività musicali senza aver realizzato al meglio il dettato della 44 evidenziandone tutte le potenzialità. Oggi ci rendiamo conto che le condizioni politiche ed economiche sia regionali che nazionali ed internazionali non permettono alla mano pubblica di intervenire adeguatamente (tranne che per pochissimi) a sostegno delle attività musicali di alto profilo, ma è pur vero che questa palude va bonificata non aspettando che New Orleans sia distrutta, ma operando una doverosa “cernita” al fine di permettere a chi ha mostrato capacità operative e progettuali di pensare, senza disperare, in maniera concreta alla musica del futuro e di vivere la condizione di operatore musicale come un dono e non come una sciagura.

Pippo Catanzaro
Direttore Artistico dell’Associazione musicale Alea

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