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"Ora ci provo io!": Ferrandelli e la nuova corsa a sindaco

Dall'appoggio ad Orlando al tradimento del Professore, alle dimissioni da onorevole dell'ARS. Adesso il movimento dei "Coraggiosi" per vincere le Amministrative 2017

  • 22 luglio 2016

Fabrizio Ferrandelli è pronto a tornare in campo ricominciando dalla corsa alla carica di sindaco di Palermo, per la terza campagna elettorale consecutiva: in una Sala delle Lapidi gremita da giornalisti e simpatizzanti, ha rotto gli idugi e ha presentato la sua candidatura per le Amministrative 2017.

Con lo slogan "Ora ci provo io", Ferrandelli si presenta come candidato indipendente nonostante sia iscritto al Partito Democratico: «la mia è una candidautura senza padrini e padroni, mi candidato da uomo libero per creare un progetto di governo coi cittadini. Sarò il sindaco di tutti fin dalla campagna elettorale, non solo dopo aver vinto».

Niente PD dunque. Ferrandelli mette le distanze dal PD siciliano tanto da non riuscire nemmeno ad immaginare un possibile appoggio dal suo partito. E con chi allora? «Con tutti coloro che hanno il profilo etico e morale per poter far parte di un progetto credibile agli occhi di tutti: non importa se di destra o di sinistra». E per quanto riguarda i grillini la risposta è subito pronta: «Con noi al governo e il Moviemento 5 Stelle all'opposizione si potrebbero creare delle ottime condizioni per amministrare Palermo dopo 10 anni di Cammarata e 25 di Orlando».

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Due figure che hanno accompagnato la storia politica di Ferrandelli: è infatti il 2007 quando, a soli 26 anni, è eletto Consigliere comunale, appoggiando Leoluca Orlando in quelle elezioni poi vinte da Diego Cammarata. Nel 2012 punta al gradino più alto del podio, ma sarà lo stesso Orlando a soffiargli l'elezione a sindaco: dopo la vittoria alle primarie del giovane consigliere, l'attuale primo cittadino si autocandida tradendo il risultato degli elettori del centrosinistra. Nel 2013, nelle liste del PD, è eletto deputato all'Assemblea Regionale.

Sembrano passati secoli, politicamente parlando, ma Ferrandelli non demorde e ci riprova: questa volta non come gregario di spicco, ma come leader di un nuovo movimento, quello dei "Coraggiosi", da lui fondato all'indomani delle dimissioni dalla carica di deputato dell'ARS, momento cruciale della sua più recente storia politica.

Quel gesto, compiuto il 19 luglio del 2015, è stato un atto isolato nella storia del Parlamento siciliano. Quelli che in Ferrandelli credono hanno sempre visto le dimissioni come atto coerente e coraggioso: dopo due anni e mezzo di appoggio a Rosario Crocetta, Ferrandelli chiede al PD, il suo partito, di staccare la spina ad un governo che non ha raggiunto gli obiettivi preposti, ma nessuno firma la sua mozione di sfiducia.

Gli oppositori (non l'opposizione), invece, dicono che le dimissioni sono state frutto di una tattica sbagliata: la Regione era in aria di commissariamento e Ferrandelli avrebbe anticipato i tempi saltando giù dal carro pochi mesi prima del probabile crollo del governo per riproporsi "immacolato", un paio di mesi dopo, agli elettori. Cosa che però non successe.

Oggi, dopo un anno di attivismo e di politica "dal basso", Fabrizio Ferrandelli è di nuovo pronto per sfidare i suoi avversari, vestendo i panni dell'uomo carismatico capace di aggregare forze che si identificano in un progetto e non in simboli di partito: questa la linea della sua campagna elettorale che si fa forte di 80 comitati "Coraggiosi" e di una rete di giovani attivisti.

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