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Palermo contro Catania: il derby della speranza

Il Palermo batte il Catania 3 a 1, allo stadio Renzo Barbera, in un derby pieno di emozioni. Aggressività, corsa e concentrazione. Poi la vittoria

  • 26 novembre 2012

"Trionfo": una parola che i tifosi palermitani non si aspettavano di sentire al termine del derby (Palermo - Catania 3-1, anticipo della quattordicesima giornata del Campionato 2012/2013) e che invece è arrivata al culmine di una prestazione eccellente della compagine rosa. Aggressività, corsa e concentrazione: queste le chiavi del successo della squadra di Gasperini, sospinta da un pubblico all’altezza di un appuntamento così sentito; e non dimentichiamo la serata di grazia dei "tre tenori" avanzati, Miccoli, Brienza e (udite, udite) Ilicic.

Il dirigente Pietro Lo Monaco ha dichiarato, al termine dell’incontro,di aver ritrovato il pubblico del Barbera che, da avversario, ricordava abbastanza bene. Dal canto suo, il pubblico, se potesse rilasciare una dichiarazione direbbe di voler ritrovare quella società che due anni fa è riuscita a portare quarantamila tifosi rosanero a Roma per la finale di Coppa Italia contro l’Inter, ma che ha buttato alle ortiche un patrimonio tecnico non indifferente.

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La serata magica di sabato 23 novembre ha come d’incanto bruciato classifiche e conteggi, proiettando i fans rosanero verso la goduria, dopo aver sfatato quel classico tabù Catania che ha riservato tanta amarezza nei derby passati. Il tecnico Gasperini ha proposto la solita e collaudata squadra, con Rios e Benussi al posto degli squalificati Barreto ed Ujkani. La nostra impressione è che Rios, prossimo alla partenza, sia il lontano parente di quel giocatore ammirato ai recenti mondiali con la propria nazionale. Tanto inseguimento per nulla: è un vero peccato che il giocatore, forse per colpa dei problemi familiari, non si sia adattato appieno al calcio italiano.

Discorso opposto per Benussi: non ce ne voglia Zamparini, ma il portiere titolare non può che essere lui. Chi ha giocato a calcio sa bene quanto un portiere esperto e bravo possa dare sicurezza ai compagni di reparto difensivo. A dire il vero non si era ben compresa l’operazione Viviano, pagato a caro prezzo durante il precedente campionato, in comproprietà con l’Inter e “regalato” alla Fiorentina durante lo scorso calciomercato. A far posto a Viviano fu proprio Benussi, ceduto al Torino, e che in una decina di partite prima della cessione aveva ben figurato. Misteri, ai quali solo una logica non squisitamente tecnica potranno dare risposta.

Il derby, come dicevamo, ha fatto salire il morale alle stelle ad un Ilicic autore di una prova finalmente all’altezza delle doti tecniche in suo possesso. Dopo un primo tempo “tattico”, si è concesso una ripresa sontuosa, che ha fatto capitolare gli avversari. Il gol segnato, dopo una ripartenza di quaranta metri palla al piede con dribbling finale a difensore e portiere avversario , è stato un’autentica perla calcistica. La palma del migliore va sicuramente a Brienza. Ha coperto ogni zona del campo, ha "ubriacato" con alcune iniziative gli avversari, ha creato il panico nella difesa del Catania con alcune percussioni da campione ed infine è uscito stremato meritandosi la standing ovation del suo pubblico. Miccoli è il Re Mida del calcio rosanero: trasforma in oro tutto ciò che tocca. Peccato si sia presentato in condizioni fisiche non eccellenti, ma tanto è bastato per segnare il centesimo gol capolavoro in A.

Unica nota stonata è lo scadimento di forma che attraversa Donati: non ci è sembrato lucido a Bologna e non è stato il solito player arretrato che tutti noi apprezziamo. È possibile che si tratti di un leggero appannamento fisico. Decisamente l'opposto di Munoz, letteralmente trasformato: attento, ordinato, meno irruento ma più efficace nel contrastare gli avversari.

Smaltita la sbornia post derby, il Palermo è atteso da un ciclo terribile: Inter ed Udinese fuori casa e Juventus e Fiorentina in casa. La squadra non può fare calcoli, dovrà giocare ogni partita come fosse l’ultima per arrivare al giro di boa con venti punti almeno. Ulteriore considerazione: abbiamo visto all’opera Viola, anche se a giochi quasi chiusi, e, se l’occhio non ci inganna, ci è sembrato valido tecnicamente e degno di avere concrete chances per dire la propria in un centrocampo povero di tecnica.

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