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Palermo salda il suo debito con Franco e Ciccio

Dedicata alla coppia di attori palermitani la piazzetta alle spalle del teatro Biondo: Palermo salda il conto con che aveva con la memoria di Franco e Ciccio

  • 11 dicembre 2012

Un celebre rituale della critica italiana prevede che, per parlare bene di un fenomeno culturale, sia prima necessaria un’operazione di difesa a spada tratta da parte di una voce autorevole. Prima che avvenga ciò, la rilevanza del fenomeno in questione può rimanere dubbia per molto tempo.

Accadde che, sebbene nell’Italia del massimo splendore economico si riuscisse a ridere di gusto per i film di Franco Franchi e Ciccio Ingrassia, la critica decise di trattare con sufficienza il lavoro dei due artisti, bistrattati allo stesso modo di Totò e di tanti altri talenti. Furono poi, nel 2004, Ciprì e Maresco (i due registi che sulla sicilianeità hanno scavato a lungo) o sdoganare il soppiantato mito della strana coppia di attori conterranei, presentando al Festival di Venezia il documentario "Come inguaiammo il cinema italiano", un omaggio alla Franco e Ciccio a cui si deve la piena rivalutazione del lavoro dei due siciliani.

Senza contare che i due, avevano tra i loro più fervidi estimatori anche Francis Ford Coppola e Robert De Niro che durante le riprese in Sicilia de "Il Padrino - Parte seconda" ebbero modo di vedere un loro film, innamorandosi perdutamente del volto stralunato di uno, dell’incredibile mimica facciale dell’altro.

Oggi, è Palermo a rispolverare la memoria dell’eccezionale coppia comica, e lo fa con la consapevolezza di aver mancato, di aver atteso troppo: Franco e Ciccio finalmente hanno una piazza. E si trova nel cuore della città, alle spalle del Biondo e a ridosso di via Venezia, proprio dove i due muovevano i primi passi artistici, e dove furono notati anche da Domenico Modugno dopo uno spettacolo al teatro Biondo.

Dopo vent’anni esatti dalla morte di Franco Franchi e a novant’anni dalla nascita di Ciccio Ingrassia, l’assessore alla cultura Francesco Giambrone e i familiari dei due comici, hanno scoperto la targa con i loro nomi, che li consegna finalmente alla memoria dei posteri. Proprio per strada i due palermitani - fino all’osso - si erano conosciuti: un Franco Franchi dedito più alla sopravvivenza che alla ricerca della fama - abitualmente per strada a raccantatte qualche spicciolo con qualche gag - incontra per caso il collegaun po più esperto e affermato, Ciccio Ingrassia.

Erano gli anni in cui ci si poteva permettere il lusso di non vergognarsi della fame, affrontando la miseria con ironia. Così, per supplire la mancanza di calzini, si fingeva di possederne tingendosi le caviglie col lucido da scarpe: piccoli aneddoti da manuale di sopravvivenza rintracciabili nella più profonda essenza dei due, che presto, si scoprirono coppia perfetta, affiatata, iraconda, forse un po’ naif ma profondamente sincera.

Una storia destinata a durare quasi quarant'anni. L'essenza di quella coppia buffa e stralunata sta tutta in un aneddotto: un noto imprenditore convinto che Franco e Ciccio potessero parlare il francese, li ingaggiò per uno spettacolo a Nizza ma ovviamente i due comici palermitani si accorsero che le battute in italiano erano assolutamente inutili perché incomprensibili e annaspando nel non sense, dovettero costruire lo spettacolo esclusivamente su gag basate sulla mimica. Incredibilmente riuscirono a strappare al pubblico d'oltralpe applausi e risate e all'indomani dell'esibizione i giornali titolarono: "Abbiamo riso, ma non abbiamo capito niente".

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