Palermo sui social: da città a squadra in un batter di clic
Facebook trasforma la città di Palermo in "Unione Sportiva Città di Palermo", cambiando residenze e luogo di nascita dei palermitani: fioccano i commenti
Non capita tutti i giorni di svegliarsi e scoprire di abitare in una squadra. Eppure, stando a Facebook, per un certo lasso di tempo è stato proprio così: i palermitani non abitavano a "Palermo", ma abitavano nell"Unione Sportiva Città di Palermo". Inutile dire che provare a modificare il nome era possibile, ma riuscire a farlo sembrava impossibile. Il ritorno alle origini è stato improvviso, tanto quanto il cambio di residenza.
Il cambio di nome, seppur transitorio, ha avuto un impatto molto più grande del previsto sull'opinione pubblica palermitana: potete considerarlo un argomento frivolo, ma la verità è che siamo abituati a questionare e a commentare qualsiasi cosa accada, figuriamoci dunque quanto ci "accendiamo" se la nostra città sparisce dal social più usato nel mondo per fare spazio alla sua squadra ufficiale.
I commenti sono fioccati sin dal primo mattino, quando il palermitano, tra un tarallo e un pezzo di pupa di zucchero, ha aperto il social network e ha scoperto di aver cambiato residenza. Tre i filoni principali: quello entusiasta, che ha visto la sua fede calcistica aumentare esponenzialmente, quello indignato, che con la squadra non vuole proprio averci a che fare, e quello critico, che fa della questione una metafora sociologica.
Tra i commenti dei tifosi non sono mancati i più classici "Zampa, non c'era bisogno di cambiare il nome di Palermo, se mi offri un posto vengo a giocare" e "IL Palermo è più grande DI Palermo: fede rosa nero sempre": il cuore nel pallone, non c'è che dire.
Gli indignati, invece, hanno preso le distanze: c'è chi, piuttosto che tenere sul proprio profilo la dicitura "Unione Sportiva Città di Palermo" ha preferito nascondere la propria residenza e chi ha espresso lo sdegno inneggiando ad un complotto della fazione tifosa: "ci siete proprio riusciti a trasformarci in un popolo di ultras!".
I fini osservatori trovano invece nella questione una metafora del malfunzionamento della città, in perfetta controtendenza con l'andazzo della squadra che, ricordiamoci, ha "regalato due cannoli" al Milan e che comunque, magari, non se la cava poi così male.
Non importa quale sia la vostra posizione, e non importa nemmeno se quanto affermato dalle varie fazioni sia vero oppure no: quello che importa, in realtà, è osservare come il palermitano riesca sempre a fare di un cambiamento o di un avvenimento un piacevole discorso da portare davanti ad un caffé.
Perché in fondo siamo proprio fatti così: ci piace parlare, ci piace questionare, ci piace dibattere. Ci piace dare la nostra opinione, magari litigare e poi tornare a parlarne. Fa parte di noi e, sotto sotto, ne siamo fieri. Siamo palermitani: qualunque sia il nome che un social network voglia dare alla nostra Balarm.
|
Ti è piaciuto questo articolo?
Seguici anche sui social
Iscriviti alla newsletter
|
GLI ARTICOLI PIÚ LETTI
-
STORIA E TRADIZIONI
La Sicilia teatro della Prima Guerra Punica: l'assedio (fallito) a Palermo con gli elefanti
45.094 di Aurelio Sanguinetti -
ITINERARI E LUOGHI
Non te l'aspetti (sicuro): c'è una siciliana tra le città italiane in cui ci si diverte di più
39.314 di Redazione










Seguici su Facebook
Seguici su Instagram
Iscriviti al canale TikTok
Iscriviti al canale Whatsapp
Iscriviti al canale Telegram




