ARTE E ARCHITETTURA
Paolo Tarantini: le foto in mostra a Palazzo Fatta
“L'Ultimo Abitante. Elogio della Solitudine” è la mostra fotografica di Paolo Tarantini: un foto-racconto sulla solitudine in dieci scatti in bianco e nero
Un foto-racconto sulla solitudine in dieci scatti in bianco e nero. E' la mostra dal titolo “L'Ultimo Abitante. Elogio della Solitudine”, esposizione fotografica del marchigiano Paolo Tarantini che racconta un viaggio in un'Italia tanto nascosta quanto reale. L'evento, organizzato dalla rivista Pot-Pourri, si inaugura martedì 20 aprile alle ore 21 nel seicentesco Palazzo Fatta (Piazza Marina 19, Palermo) con il sottofondo musicale di Barbara Piperno e Salvo Simonetta, rispettivamente alla voce e al flauto traverso e pianoforte.
Paolo Tarantini, giovane ed affermato fotografo marchigiano, parte lasciando il caos cittadino e si dirige a Sud per addentrarsi nel Parco Nazionale del Cilento. Qui incontra Giuseppe, “pro-loco, sindaco, dottore, muratore e custode di Roscigno Vecchia”, come lui stesso si definisce, unico abitante di questo abbandonato borgo della provincia di Salerno. I dieci scatti in bianco e nero de “L'Ultimo Abitante” ritraggono il volto di un uomo antico, dalle sembianze quasi garibaldine, lo sguardo fiero e profondo, la pipa fumante sempre in bocca. Un uomo gioviale ed eloquente, che ha trasformato una scelta di solitudine in un modello di velata beatitudine.
Forte è il contrasto dei bianchi e dei neri che cercano, nella vita di Giuseppe, elementi che riconducano a sentimenti condivisi: l’abitazione povera ed essenziale, le case pericolanti e vuote, la sua compagna, Clara, giovane e socievole asinella. Le fotografie di Tarantini sono vere e proprie tracce di luce e ombra che impressionano l’unicità di una storia, di una scelta semplice ma rivoluzionaria. Aldo Gerbino, curatore della mostra, in proposito dice che: «la figura di “Giuseppe” sorregge, come può, le nostre più profonde utopie, aiutandoci ad entrare nell’onirica visibilità d’uno spaccato colto, nella sua probabile irrealtà, ad emulare condizioni insite in civiltà ormai obliate. Viaggiare, tra le maglie di questo espressionismo visionario, significa, dunque, toccare (o almeno provare a toccare) lo sguardo dell’uomo, il suo gesto, le sue quiete passioni».
Paolo Tarantini, classe ’80 di Pesaro, dopo aver conseguito la laurea in Scienze della Comunicazione si diploma in Direzione della fotografia presso la NUCT a Cinecittà. Vince la sezione “migliori autori marchigiani” della XVI edizione del Fano International Filmfestival con il cortometraggio “Tre” e nel 2006 cura la direzione della fotografia del cortometraggio Red Line (HD e P+S teknique) classificato al 1°posto al Taormina Filmfestival. Nel 2009 sposta definitivamente l’attenzione dal video alla fotografia, muovendo i primi passi nel mondo del reportage. La personale, che rientra nella rassegna Pot-Show per un anno di potpourrimensile.com, sarà visitabile fino a mercoledì 5 maggio, dal mercoledì alla domenica dalle 20 alle 24 ad ingresso gratuito.
Paolo Tarantini, giovane ed affermato fotografo marchigiano, parte lasciando il caos cittadino e si dirige a Sud per addentrarsi nel Parco Nazionale del Cilento. Qui incontra Giuseppe, “pro-loco, sindaco, dottore, muratore e custode di Roscigno Vecchia”, come lui stesso si definisce, unico abitante di questo abbandonato borgo della provincia di Salerno. I dieci scatti in bianco e nero de “L'Ultimo Abitante” ritraggono il volto di un uomo antico, dalle sembianze quasi garibaldine, lo sguardo fiero e profondo, la pipa fumante sempre in bocca. Un uomo gioviale ed eloquente, che ha trasformato una scelta di solitudine in un modello di velata beatitudine.
Forte è il contrasto dei bianchi e dei neri che cercano, nella vita di Giuseppe, elementi che riconducano a sentimenti condivisi: l’abitazione povera ed essenziale, le case pericolanti e vuote, la sua compagna, Clara, giovane e socievole asinella. Le fotografie di Tarantini sono vere e proprie tracce di luce e ombra che impressionano l’unicità di una storia, di una scelta semplice ma rivoluzionaria. Aldo Gerbino, curatore della mostra, in proposito dice che: «la figura di “Giuseppe” sorregge, come può, le nostre più profonde utopie, aiutandoci ad entrare nell’onirica visibilità d’uno spaccato colto, nella sua probabile irrealtà, ad emulare condizioni insite in civiltà ormai obliate. Viaggiare, tra le maglie di questo espressionismo visionario, significa, dunque, toccare (o almeno provare a toccare) lo sguardo dell’uomo, il suo gesto, le sue quiete passioni».
Paolo Tarantini, classe ’80 di Pesaro, dopo aver conseguito la laurea in Scienze della Comunicazione si diploma in Direzione della fotografia presso la NUCT a Cinecittà. Vince la sezione “migliori autori marchigiani” della XVI edizione del Fano International Filmfestival con il cortometraggio “Tre” e nel 2006 cura la direzione della fotografia del cortometraggio Red Line (HD e P+S teknique) classificato al 1°posto al Taormina Filmfestival. Nel 2009 sposta definitivamente l’attenzione dal video alla fotografia, muovendo i primi passi nel mondo del reportage. La personale, che rientra nella rassegna Pot-Show per un anno di potpourrimensile.com, sarà visitabile fino a mercoledì 5 maggio, dal mercoledì alla domenica dalle 20 alle 24 ad ingresso gratuito.
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