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Passeggiare tra le faggete di Sicilia: meraviglia naturale in crescita sui Nebrodi

Nell'immaginario comune la Sicilia è una terra brulla e arsa dal sole, in realtà presenta scorci da fiaba: foreste di montagna che tutto l'anno riescono ad affascinare

  • 16 gennaio 2018

Un sentiero che imbocca una faggeta

Chi immagina la Sicilia una terra brulla e arsa dal sole certamente non è stato sui monti Nebrodi. I rilievi del messinese, con i loro laghi montani, le dolci morfologie e soprattutto le estese coperture forestali, sono la testimonianza di ambienti naturali un tempo più estesi e oggi frammentati dall’eccessiva antropizzazione subita dalla nostra isola.

Dei circa 50mila ettari di foreste nebroidee, una buona percentuale è occupata dal faggio (Fagus sylvatica), specie che, come si evince da uno studio realizzato da alcuni ricercatori dell’Università di Palermo, sta riguadagnando terreno dopo decenni di eccessivo sfruttamento.

ll faggio, genere appartenente alla famiglia delle Fagaceae, è uno dei componenti più importanti della flora Terziaria Europea. Ampiamente diffuso in tutto il vecchio continente, in Italia dà luogo a formazioni forestali in tutte le regioni a eccezione della Sardegna, ricoprendo rilievi e vallate a partire dai 600-900 metri di quota, a seconda della latitudine.
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I boschi di faggio siciliani si trovano su Madonie, Nebrodi, Peloritani e anche sull’Etna, dove raggiungono la massima altitudine di 2mila metri.

E proprio sui Nebrodi il faggio si rinviene con le più estese formazioni dell’isola. Secondo uno studio del 1959, le piante di faggio ricoprivano il territorio dei Nebrodi per 10.336 ettari.

Con l’obiettivo di verificare eventuali variazioni della copertura forestale, rispetto a questo dato, i ricercatori palermitani hanno aggiornato la stima attraverso un approccio multidisciplinare che ha visto la combinazione di rilievi di terreno, sistemi informativi territoriali e analisi di immagini satellitari.

I risultati ottenuti lasciano ben sperare per i boschi di faggio delle montagne messinesi: la superficie di copertura è cresciuta di 2.518 ettari in circa 60 anni (+25%, rispetto al 1959), per un totale di 12.854 ettari.

Il cuore della faggeta si trova nel territorio di Cesarò, tra il Monte Soro e la Portella Femmina Morta, dove questi meravigliosi alberi ricoprono 4.950 ettari di terreno (quasi il 40% dell’estensione totale), seguono Caronia (1.713 ettari) e Capizzi (987 ettari).

L’età media degli esemplari è di circa 90 anni e prevalgono essenzialmente alberi ad alto fusto, meno frequenti i cedui.

L’aumento di estensione della faggeta dei Nebrodi, una delle più belle d’Italia, lascia ben sperare per il futuro di questo polmone verde siciliano.

Seriamente danneggiati da un taglio indiscriminato durante la Seconda Guerra Mondiale, i boschi di faggio stanno riguadagnando terreno grazie alle nuove leggi di protezione del Parco Regionale e al cambio di destinazione d’uso di molti terreni.

La conservazione di questi ambienti, a scala regionale, è di fondamentale importanza per garantire il futuro della biodiversità e per consegnare alle prossime generazioni un patrimonio comune dal valore inestimabile.
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