ATTUALITÀ

HomeNewsAttualità

Piazza Rivoluzione: pedonalizzare per salvare i locali

Gazebo, tavolini e zone urbane: si abbassano le saracinesche per quattro dei locali più frequentati dai ragazzi palermitani: Cavù, Zammù, Qvivi e London Pub

  • 17 aprile 2013

Una battaglia che sembra non avere mai fine, quella dei locali palermitani. Una battaglia intricata, una matassa che sembra sempre più difficile dipanare, e che riguarda la chiusura di locali che hanno movimentato la vita notturna del centro storico. Oltre il gazebo del Basquiat tocca ad altri quattro pub esprimere preoccupazioni e angosce: a piazza Rivoluzione si chiudono le porte del Qvivi, del Cavù e dello Zammù; in via Garibaldi si abbassano le saracinesche del London Pub.

Tutto per una questione di spazi: già nel 2010 i quattro locali in questione erano stati multati per impiego abusivo del suolo pubblico. Multe pagate, certo. Ma nel corso del 2012 la polizia municipale ha rilevato nuove infrazioni e ha stilato tre verbali nei confronti di Marco Mineo - titolare del Cavù - e due nei confronti di Ezio Giacalone, proprietario del Qvivi. Verbali che portano ad una sola conseguenza: la chiusura. Non a tempo indeterminato, sia chiaro. Si tratta di cinque giorni per ogni verbale - che dovranno dunque ripetersi nel corso dei mesi - dato che lo stato dei luoghi non sarebbe stato ripristinato. Ma se durante le riaperture i locali continueranno a occupare spazi non concessi, la pena si allungherà.

Dunque, cinque giorni di stop ad aprile, cinque a maggio e cinque a giugno per il Cavù mentre chiusure “solo” ad aprile e maggio per lo Zammù. Cinque giorni, che possono sembrare pochi ma che angosciano i commercianti che si sentono penalizzati per un problema che a loro avviso non dovrebbe neanche esistere. Ezio Giacalone è sgomento: «Noi eravamo in regola con le autorizzazioni e con le tasse. Siamo costretti ad essere abusivi perché non c'è collaborazione, non c'è intenzione di mettersi a discutere seriamente di quanto accade. Siamo, siamo stati e saremo disposti a pagare, non c'è mai stata alcuna intenzione di agire senza rispettare la legge» ha dichiarato. E le prospettive per il futuro non sono rosee. «Non abbiamo idea di come comportarci alla riapertura. Ci hanno messo con le spalle al muro, ci costringeranno a licenziare i dipendenti».

Stessa onda cavalca Marco Mineo: «Non ho intenzione di eliminare tavoli: lo spazio occupato mi era stato concesso, anche se dal secondo anno era stato dimezzato.» E concordano, i commercianti, sull'unica soluzione possibile per fare in modo che Palermo non ci rimetta: pedonalizzare la piazza.

Si tratta di un contenzioso intricato, dove le variabili sono molteplici e si incrociano in un crescendo di lamentele e conflitti, in questioni di metri e centimetri: se da una parte i commercianti sono preoccupati per i loro affari, per i loro dipendenti - che in caso di perdite finirebbero per essere licenziati - e per la zona che risponde alla loro chiusura con il proliferare della microcriminalità, dall'altra si tratta sempre di una piazza non ancora interdetta al traffico, che in termini di circolazione risente della collocazione di gazebo e tavolini.

A favore dei commercianti si sono schierati Antonio Ferrante, presidente dell'associazione Efata, Nunzio Reina, presidente di Confartigianato Imprese Palermo, e l'onorevole Fabrizio Ferrandelli. Antonio Ferrante ha sottolineato la presenza di un piano sottoposto lo scorso anno all'assessore Agata Bazzi, il quale avrebbe previsto la chiusura della piazza con installazioni di fioriere e rete wi-fi libera, sul quale l'assessorato non si sarebbe ancora sbilanciato.

Reina invece si è dichiarato a favore dei locali messi in regola e ha appoggiato l'idea della pedonalizzazione proponendo un dialogo tra esercenti e cittadini per evitare che la piazza tornasse nelle mani di malviventi e prostitute, mentre l'onorevole Fabrizio Ferrandelli, invece, ha optato per la stesura di una lettera indirizzata al Sindaco, nella quale prende le parti delle attività che «hanno riqualificato spazi che erano purtroppo tristemente noti per casi di spaccio e prostituzione, hanno favorito la socializzazione e la ricezione turistica, il dialogo tra le diverse componenti sociali della nostra città e, nota fondamentale specialmente visto il contesto socio economico terribile che stiamo vivendo, hanno dato linfa vitale ad un sistema economico fortemente in crisi».

Se ti è piaciuto questo articolo, continua a seguirci...
Iscriviti alla newsletter
Cliccando su "Iscriviti" confermo di aver preso visione dell'informativa sul trattamento dei dati.

GLI ARTICOLI PIÙ LETTI