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Pitture per il cielo: aquiloni d’artista al Sant’Erasmo

  • 4 luglio 2005

Sempre quando volto scuotendo la mia spalla contro il vento, io sono risucchiato più profondamente pezzo per pezzo nel grembo del cielo (Makoto Ooka, La vista dell’aquilone). Fare volare un aquilone è il sogno di ogni bambino, che guidando quella chiazza colorata che si libra nel cielo legata a un filo ha quasi la sensazione di volare, o di giocare a nascondino con le nuvole. Fa tornare un po’ bambini, allora, ma con la forza e il fascino delle immagini e delle forme di grandi artisti contemporanei, la mostra "Arte eolica. Immagini per il cielo", visitabile a Palermo fino al 30 settembre negli spazi dell’ex Deposito locomotive di Sant’Erasmo (tutti i giorni dalle 10 alle 19, ingresso gratuito), che sembra aver trovato, stavolta, una destinazione davvero efficace. Si tratta di quasi cento aquiloni d’artista, firmati da nomi come Kounellis, Buren, Rauschenberg, Wesselmann, Vedova, Paladino, Niki de Saint Phalle, da importanti maestri orientali e da artisti siciliani come Alfonso Leto e Giuseppe Simonetti. Questa splendida collezione è il frutto di un sogno, o forse dell’utopia, che il proprietario, Paul Eubel, direttore del Goethe Institut di Palermo, ha voluto condividere con la nostra città, con la quale ha stabilito un forte legame, dopo anni trascorsi tra Giappone e America del Sud.
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Ogni aquilone diventa l’occasione per tracciare nell’aria le forme più diverse, dalla mastodontica e coloratissima donna alata della francese Niki de Saint Phalle -già autrice di sculture e fontane nelle capitali più importanti del mondo e del Giardino dei tarocchi in Toscana – al drammatico "Trionfo della morte" percorso da una lama di luce dell’italiano Enzo Cucchi, ispirato al celebre affresco di Palazzo Abatellis. Righe, figure riconoscibili, fiori, ritmi astratti di segni o pure stesure di colori, grandi dischi che si snodano come un origami o piccole sagome essenziali, queste splendide "pitture per il cielo" fanno rimanere col naso all’insù in una continua scoperta di forme sorprendenti. L’arte diventa gioco e diventa poesia, un elogio della leggerezza e della fantasia. La mostra, da non perdere, che giunge a Palermo dopo un tour mondiale iniziato nel 1989, è realizzata dal Goethe Institut di Palermo e dall’Assessorato al Turismo della Regione Sicilia, con la collaborazione del Comune.

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