Procopio, il palermitano che ha portato il gelato a Parigi
Palermo intitola una piazza al fondatore del più antico caffè parigino, Le Procope: ritrovo per gli intellettuali del Settecento oggi ancora in rue de l'Ancienne Comédie
 
									
				Il cafè-glacier Le Procope è il più noto caffé di Parigi ed é anche il più antico. È stato fondato nel 1686 al numero 13 di rue de l'Ancienne Comédie ed è stato frequentato dalle più influenti personalità accademiche, della cultura e dell'arte, non ultimo il padre della Rivoluzione, Robespierre.
Il suo fondatore è ritenuto erroneamente l'inventore del gelato (lo hanno inventato gli arabi nel IX secolo). Di chi stiamo parlando? Di un tale che, come tanti fanno ancora oggi, ha deciso di andare via dalla Sicilia verso i Paesi del nord.
Francesco Procopio Cutò, nato a Palermo il 9 febbraio del 1851, è arrivato in Francia dove il suo cognome è stato storpiato in "dei coltelli" per assonanza tra le parole Cutò e couteaux ("coltelli" in francese, che si legge appunto "cutò").
Alla fine i francesi decisero di soprannominarlo con un più facile "Le Procope", un nomignolo che portò bene a lui e alla sua idea: quella di fondare una gelateria al centro di Parigi e dargli proprio questo nome.
Il locale infatti è stato fortunato, avanguardista per il solo fatto di smerciare il mai visto sorbetto artigianale (all'epoca un misto di neve e spezie) e inossidabile, è infatti ancora lì al suo posto, in rue de l'Ancienne Comédie. Si è ritirato dagli affari anziano, lasciando il café al figlio e giunto alla vigilia del terzo matrimonio nel 1717, per passare a miglior vita dieci anni dopo.
È a lui che è stata intitolata una piazza di Palermo, più precisamente tra i vicoli del Capo, vicino alla chiesa di Sant'Ippolito, dove Francesco Procopio Cutò fu battezzato secondo i documenti ritrovati.
La piazza è stata intestata a Procopio grazie all'impegno dell'organizzazione del festival del gelato, Sherbeth, che negli anni si è battuta per questo.
			
							Il suo fondatore è ritenuto erroneamente l'inventore del gelato (lo hanno inventato gli arabi nel IX secolo). Di chi stiamo parlando? Di un tale che, come tanti fanno ancora oggi, ha deciso di andare via dalla Sicilia verso i Paesi del nord.
Francesco Procopio Cutò, nato a Palermo il 9 febbraio del 1851, è arrivato in Francia dove il suo cognome è stato storpiato in "dei coltelli" per assonanza tra le parole Cutò e couteaux ("coltelli" in francese, che si legge appunto "cutò").
Alla fine i francesi decisero di soprannominarlo con un più facile "Le Procope", un nomignolo che portò bene a lui e alla sua idea: quella di fondare una gelateria al centro di Parigi e dargli proprio questo nome.
Il locale infatti è stato fortunato, avanguardista per il solo fatto di smerciare il mai visto sorbetto artigianale (all'epoca un misto di neve e spezie) e inossidabile, è infatti ancora lì al suo posto, in rue de l'Ancienne Comédie. Si è ritirato dagli affari anziano, lasciando il café al figlio e giunto alla vigilia del terzo matrimonio nel 1717, per passare a miglior vita dieci anni dopo.
È a lui che è stata intitolata una piazza di Palermo, più precisamente tra i vicoli del Capo, vicino alla chiesa di Sant'Ippolito, dove Francesco Procopio Cutò fu battezzato secondo i documenti ritrovati.
La piazza è stata intestata a Procopio grazie all'impegno dell'organizzazione del festival del gelato, Sherbeth, che negli anni si è battuta per questo.
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