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Romeo e Giulietta: étoile, Eleonora Abbagnato

Con Giulietta, Eleonora Abbagnato, un Romeo di colore, Rubinald Pronk, del Dutch National Ballet. Alla prima, non molla il palco nonostante una brutta storta

Balarm
La redazione
  • 17 maggio 2009

Al Teatro Massimo (piazza Giuseppe Verdi 1), fino al 21 maggio, in scena Romeo e Giulietta, balletto in due atti su musica di Sergej Prokof’ev, in una nuova creazione di Luciano Cannito con Eleonora Abbagnato e Rubinald Pronk nelle vesti dei due protagonisti insieme al Corpo di Ballo del Teatro Massimo. Luciano Cannito, direttore del Corpo di Ballo del Teatro Massimo, coreografo e regista di questo nuovo allestimento, ha scelto di mettere al fianco della Giulietta interpretata dall'étoile palermitana Eleonora Abbagnato, un Romeo di colore, giovane e atletico, proveniente dal Dutch National Ballet. «Questa scelta – dice – ha suscitato in me una serie di considerazioni sulla società odierna e sulla stratificazione delle culture che l’hanno plasmata, con i loro contrasti e anche le loro fusioni. Il mio progetto si è arricchito anche con l’apporto derivante da un cast internazionale in cui ciascun elemento è custode ed espressione di scuole e sollecitazioni diverse».

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La scelta è azzeccata: per la prima, nonostante una brutta storta presa durante le variazioni che precedono il pas de deux, Rubinald Pronk ha tenuto duro ed è voluto tornare sul palco, per eseguire il secondo atto. Dunque un professionista, che non si ferma di fronte le calamità. Cifra stilistica delle ultime creazioni di Cannito, così in Carmen come ora in Romeo e Giulietta, è la ricerca di attualizzazione dei temi classici in funzione di una loro rilettura che tenga presente l'incontro di culture che caratterizza la contemporaneità. Come Carmen era un'immigrata giunta a bordo di un barcone della speranza, così Romeo è un ragazzo di colore che rivendica pari diritti di appartenenza al tessuto sociale dove è nato e si sente a casa. Romeo e Giulietta di Cannito ha delle contaminazioni di danza contemporanea, di hip hop ( sul palco anche più breaker, tra cui Dario Nicolosi, il campione di danza hip hop di origine catanese).

La storia d’amore degli infelici amanti di Verona, resa celeberrima dai versi shakespeariani, è sempre stata un soggetto favorito di compositori e coreografi. La partitura più popolare è quella di Prokof’ev, commissionata in occasione del 200° anniversario della Scuola di Ballo di Leningrado. Gli esordi furono piuttosto tumultuosi, sia per il cambiamento di gestione del teatro cui era destinato il balletto, sia per la difficoltà della messa in scena, tanto più che l’autore in un primo momento aveva pensato ad un lieto fine, duramente contestato dagli interpreti. Così l’opera vide la luce soltanto nel 1938 a Brno in Cecoslovacchia con il finale tragico ripristinato e con la coreografia di Ivo Váňa-Psota. La sua affermazione definitiva avvenne due anni dopo, al Kirov, nella versione di Leonid Lavrovskij, con la presenza di due protagonisti d’eccezione, Galina Ulanova e Konstantin Sergeyev: un vero trionfo, ma anche questa volta il debutto era stato a lungo contrastato sia dai ballerini che dagli orchestrali che trovavano la musica di Prokof’ev impossibile da danzare e ostica da suonare per la sua arditezza compositiva.Le versioni più celebri della seconda metà del Novecento sono state quelle di Frederick Ashton per il Royal Danish Ballet nel l955, quella di John Cranko per il Teatro alla Scala nel l958, e quella di Kenneth MacMillan per il Royal Ballet che la mise in scena al Covent Garden nel l965 con la coppia Margot Fonteyn-Rudolf Nureyev, allora all’apice della celebrità.

Sul podio dell'orchestra del Massimo marzio Conti, mentre sul palcoscenico, accanto a Eleonora Abbagnato – prima ballerina dell’Opéra de Paris e all’apice della sua vertiginosa carriera – e a Rubinald Pronk, troviamo Alessandro Riga (Mercuzio), Leonardo Velletri (Tebaldo), Soimita Lupu (La nutrice), Zeren Pan (Paride), Gugu da Graça (Benvolio) e il Corpo di Ballo del Teatro Massimo. A loro si alterneranno nell’ordine Letizia Giuliani, Eric Underwood, forse già da oggi a causa del piccolo incidente di Rubinald, Alessio Rezza, Zeren Pan, Soimita Lupu, Gaetano La Mantia. Costo dei biglietti: da euro 7 a euro 60, in vendita al botteghino del teatro (martedì – domenica ore 10-15, telefono 091.6053580), sul sito www.teatromassimo.it in cui è possibile consultare anche gli orari degli spettacoli, o nelle prevendite autorizzate in tutta Italia del circuito Amit-Vivaticket. Informazioni e prevendita 800 907080 (tutti i giorni dalle ore 10 alle ore 17).

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