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Semplicità, ricerca e passione: torna il battito di Raf

Titolo: “Ouch”<br> Anno: 2004<br> Etichetta: CGD East West

  • 23 agosto 2004

Il percorso artistico di Raf comincia con la new wave e la lingua inglese, prosegue col funk e il pop e adesso va avanti, con grande slancio, nel segno di chitarre distorte poggiate con maestria su tappeti di synth, basso e batteria. Semplicità, potremmo definirla, ma - paradossalmente – una semplicità che in quanto tale odora di ricerca. Questo in breve il “momento” musicale di Raf, quello che da “La prova” a “Iperbole” ci ha condotti al nuovo capitolo, l’onomatopeico “Ouch”. Un disco che suona di vero, che intreccia sound elettrico e acustico con grande sapienza, che aspetta al varco per sorprendere.

Il primo singolo è “In tutti i miei giorni”, una canzone d’amore di prim’ordine: bel testo, bella musica, bel sound, vicina tanto al nostro cantautorato quanto ai Coldplay (subito una hit radiofonica) ma il disco contiene altre dieci tracce, nessuna prescindibile. La malinconia di “Superstiti”, “Il senso delle cose” e “Aria da niente”, la bella “favola triste” de “Il prestigiatore” (con archi, elettronica e distorsioni, preziosa!), il grido di denuncia di “Ouch”, la musicalità di “Milioni di cose che non ti ho detto”. Poi arriva a sorpresa la coppia Mario Venuti-Kaballà e pone la firma su un altro brano che delizia: “Estate in città”, dove leggerezza, ironia e malinconia si fondono su una musica accattivante e subito “amica”, di certo un singolo per la prossima calda stagione.

Raf si conferma ancora una volta uno degli artisti più interessanti che la nostra canzone possa vantare. Una vena creativa sempre ispirata e viva, un occhio lucido e sereno sul momento che viviamo. Niente che sappia di rimpasto, niente che mostri cedimenti o stanchezza, la prova che anche dopo milioni di dischi venduti si possa continuare a suonare con passione, con energia, col cuore speso in ogni battito. (www.raf.it)

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