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Si è dimesso il sindaco Diego Cammarata: dieci anni e due mandati, fine di un'epoca

Diego Cammarata si è dimesso da Sindaco di Palermo. Si chiude dopo dieci anni e due mandati, l'avventura dell'esponente del Pdl a Palazzo delle Aquile

  • 16 gennaio 2012

Diego Cammarata si è dimesso da Sindaco di Palermo. L'annuncio è stato dato a seguito di una conferenza stampa tenutasi alle ore 12 a Villa Niscemi. La notizia adesso è ufficiale, l'ex primo cittadino ha detto ai giornalisti che si sarebbe dovuto dimettere lo scorso 2 gennaio, ma ha preferito attendere tutti i documenti relativi alla stabilità interna al Comune di Palermo.

«Mi dimetto per amore della città», ha dichiarato Cammatata. Si conclude un'era politica durata dieci anni: adesso si profila l'arrivo di un commissario nominato dal Presidente della Regione che amministrerà la città fino alle prossime elezioni in primavera. «Mi sono dimesso perchè siamo in campagna elettorale e Lombardo che non ha mai rispettato gli accordi con il Comune potrebbe essere ancora più ostile.

Con la nomina del Commissario, Lombardo dovrà assumersi la responsabilità di Palermo: io passo la mano lasciando i conti in ordine. Ho sempre considerato il mio ruolo di Sindaco una missione alla quale dedicarsi per servire la collettività privilegiando sempre l'interesse generale e mai quello particolare. Ed è proprio per l'amore per la città e per aver sempre pensato all'interesse generale e non quello mio personale, che adesso ho deciso di dimettermi».(Fonte Italpress)

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«Non poter governare è mortificante - ha proseguito Cammarata - non volevo lasciare alcuna vicenda in sospeso come i 45 milioni di euro di Gesip. Il Comune di Palermo non ha problemi di liquidità e di cassa. Abbiamo rispettato il Patto di stabilità e ne vado fiero. Vado a testa alta guardando in faccia gli avversari e non. Torno a fare l’avvocato e a pensare alla mia famiglia». Cammarata era al secondo mandato, in scadenza a maggio, ma da mesi si rincorrevano voci su un suo addio in anticipo.

«Tra quale giorno saremo in piena campagna elettorale - ha proseguito Cammarata - e se il presidente della Regione Lombardo in questi anni non ha avuto nessuna attenzione per Palermo, figuratevi che atteggiamento potrebbe tenere nei prossimi mesi. Non intendo dare alibi a nessuno. Ho portato a termine il mio impegno e penso che sia venuto il momento di passare la mano. Credo che una gestione commissariale costringerà la Regione ad assumersi piena responsabilità nei confronti di Palermo. Lombardo non lo ha fatto nel passato e con me Sindaco non lo farebbe di certo nei prossimi mesi di campagna elettorale. Con una gestione commissariale e una maggioranza in consiglio comunale omogenea al governo regionale, Lombardo dovrà fare quello che non ha mai fatto in questi anni, almeno spero, così come spero che il proprio dovere, e sarebbe l'ora, lo faccia il consiglio comunale, che da due anni in mano al centro sinistra ha solo prodotto gettoni per i consiglieri comunali e nessun atto produttivo per Palermo». (Fonte Italpress)

Gli indici di gradimento del "Governance Poll" diffusi dal Sole24Ore vedevano Diego Cammarata (Pdl) all’ultimo posto come Sindaco più impopolare d'Italia, con una differenza percentuale rispetto alle precedenti elezioni amministrative del 15,5%. La sua storia comincia, il 25 novembre 2001 quando l’avvocato cassazionista fu eletto sindaco al primo turno, con il 56,1% dei voti. Ma Cammarata continuò ad occupare la poltrona di primo cittadino anche dopo le comunali del 2007 quando fu rieletto sindaco, con il 53,5% dei voti, nonostante la rivalità con Leoluca Orlando, anche lui candidato e che al termine dello scrutinio denunciò la presenza di forti brogli elettorali.

Appena un anno dopo la seconda elezione di Cammarata a sindaco, due presidenti di seggio furono arrestati perché sospettati di aver falsificato 580 schede, favorendo una lista che appoggiava il primo cittadino uscente. Stessa cosa accadde nell'ottobre 2008 a tre persone appartenenti a una lista che sosteneva Cammarata, accusati di aver falsificato 450 schede elettorali. Eletto presidente dell'Anci nel 2008, il percorso della seconda amministrazione Cammarata è stato piu che mai travagliato.

Nello stesso anno il tar siciliano bocciò il piano sulle Ztl di Palermo, facendo scattare un'indagine da parte dell'autorità di vigilanza sui contatti pubblici, nonché l'interessamento della Corte dei conti, per accertare i danni all'erario e gli eventuali reati. Un anno, nel 2009, in comune scoppia la '"vicenda Amia" l'azienda ex municipalizzata per la raccolta dei rifiuti, il cui bilancio passò da attivo ad un buco di centinaia di milioni di euro, e quella, relativa ad una barca di proprietà del sindaco affittata in nero da un dipendente assenteista della Gesip un'altra ex società comunale.

Su entrambe le vicende la magistratura di Palermo ha avviato altrettante inchieste. Ma solamente nel 2010 Cammarata viene indagato per la terza volta nell'ambito di un'inchiesta sulla discarica palermitana di Bellolampo. Per lui le accuse sono state di truffa, abuso d'ufficio, disastro colposo, inquinamento delle acque e del sottosuolo, gestione abusiva di discarica, gestione non autorizzata di rifiuti speciali e traffico di rifiuti.

Scatta adesso l'operazione "successore": le dimissioni di Diego Cammarata, che erano state sollecitate in alcuni colloqui informali da diversi esponenti del Pdl fra cui il presidente dell'Ars Francesco Cascio, cambiano i giochi di candidature possibili per le prossime elezioni Comunali. Il suo, è stato un passo indietro compiuto per evitare che la sua presenza influenzasse negativamente la campagna elettorale e che adesso permetterà di ripristinare la corsa del Rettore Roberto Lagalla all'interno di una "proposta civica" che potrebbe vedere anche il sostegno dell'Udc. Il centrodestra infatti non aveva ancora individuato un candidato certo per la successione di Cammarata.

Se da un lato dunque sembra sempre più farsi spazio l'ipotesi Lagalla, intanto l'incontro tra il segretario del partito, Angelino Alfano, e il gruppo parlamentare all'Assemblea regionale non ha portato a dar per certa l'ipotesi Cascio, mentre pare arretrare la corsa di Marianna Caronia (Pid). Sul versante dellle trattative, già aperti i piani di intesa del centrodestra, non solo con il Pid, ma anche con l'Udc di Gianpiero D'Alia e il Grande Sud di Gianfranco Micciché che ha già avanzato la richiesta di una possibile candidatura alla presidenza della Regione. Ma nessun patto verrà suggellato se mai verrà chiarita la questione delle primarie del centrosinistra: se dovesse spuntare un candidato alternativo a Rita Borsellino potrebbe anche avanzare l'ipotesi di un'intesa tra l'Udc ed il Pd.

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