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Sull'Eco-Mulo dalla Sicilia alle zone terremotate

Partita in sella a due muli dalla Sicilia, la carovana, dopo aver toccato molti paesi del messinese passerà anche per L'Aquila e altre zone teremotate d'Italia

Balarm
La redazione
  • 31 maggio 2012

Il mulo come una bandiera bianca la cui vista provoca una resa: è questo quello che più spesso accade a Federico Bruno e Mirko Adamo che partiti in sella a due Eco-Muli da Portella della Ginestra il 1° Maggio puntano ad arrivare al Quirinale tra meno di un mese. Giovanni e Paolo sono invece i nomi dei due animali che portano addosso non solo il carico della storia contadina italiana, del lavoro e della fatica ma anche dell'impegno dell'antimafia racchiuso in quei due nomi che richiamano alla memoria i magistrati simbolo della lotta alla criminalità.

«In tutti i posti che abbiamo attraversato la dinamica è sempre stata la stessa: c'è un'incredibile senso di apertura e fiducia nella gente che ci accoglie ed immediatamente si istaura un dialogo che ci ha portati a raccogliere centinaia di storie» racconta Federico Bruno, uno dei protagonisti della missione. Si tratta principalmente di abitanti di piccoli centri rurali che quotidianamente combattono contro un sistema che li logora e li isola sempre più, tra speculazioni edilizie e immobilismo burocratico, o ancora, piccoli produttori che su cui preme pesantemente la minaccia delle grosse distribuzioni.

Ad accogliere questi moderni Don Chisciotte sono rappresentanze dei movimenti civici e associazioni di contadini, movimenti operai, operatori del turismo eco-sostenibile, e tanti semplici cittadini dei paesi attraversati che hanno avuto a che fare con catastrofi o prevalicazioni: dopo aver toccato i paesi del messinese Federico e Mirko sono sbarcati giusto in queste ore a Reggio Calabria per dirigersi verso Rosarno, altra meta scottante; poi la carovana partirà alla volta dell'Abbruzzo, e dei centri colpiti dal terremoto del 2009 a L'Aquila.

Masticando chilometri e chilometri di polvere, il lungo viaggio che raccoglie il prezioso spaccato di Italia popolana, difficile ed eroica, si concluderà a Roma, dove sarà consegnato il messaggio al Capo dello Stato. Tra una tappa ed un'altra sono tantissime le testimonianze raccolte, a volte disperate a volte commoventi: «Sono contadini o piccoli imprenditori fossilizzati nella burocrazia e che nella legislazione vedono il demonio. - racconta Federico - Storie di finanziamenti mai ricevuti, pratiche pensionistiche bloccate per i più stupidi motivi. In tanti casi ci scontriamo con esempi di realtà mafiose ancora ben radicate nel tessuto sociale». La strada da percorrere è ancora tanta, quanto le storie ancora da raccontare.

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