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Tra voci e forme, iniziative e slanci: i "Cantieri Liquidi"

Giuseppe Marsala, di recente nominato consulente tecnico-artistico dei Cantieri Culturali alla Zisa, ci illustra gli interventi imminenti e gli slanci per il futuro

  • 11 marzo 2013

Certo le generazioni più giovani quel fermento possono soltanto immaginarlo. Ma questo non priva di forza, anzi ne lascia presupporre l’intensità, motivandola, di un’istanza tanto forte da innescare la dinamica contemporanea di una rivitalizzazione innegabile. Non si adirino, i Bastian Contrario. I Cantieri culturali alla Zisa (foto in home di Luisa Cassarà) che vissero un periodo di splendore nella seconda metà degli anni Novanta, hanno storicamente innescato un sentimento contagioso, che probabilmente ha di fondo l’amore per la cultura e la condivisione di essa.

Non pensiamo alla storia più remota in cui i Cantieri furono una fabbrica di oggetti siglati Ducrot ma al fatto che tra il 1996 e il 2000 i Cantieri hanno rappresentato la metafora di un cambiamento, postuma anche alle stragi di mafia, attraverso le forze creative e culturali, e la virtuosa transizione di prestigiosi nomi. Thierry Salmon, Carlo Cecchi, Franco Scaldati, Claudio Collovà, Ciprì e Maresco, Roberta Torre, Langlands & Bell, Richard Long, Castern Holler, Rosmarine Trockel, Ilya ed Emilia Kabakov, Letizia Battaglia, sono solo alcuni nomi, ma pensiamo anche a "Palermo di Scena", "Festival di Palermo sul Novecento" e tutte le iniziative legate all'arte, alla danza, al teatro, al cinema, che tanti operatori culturali incanalavano in questa dimensione.

Un’istanza tanto forte, che nel 2011, ce lo ricordiamo, si costituì un movimento denominato “I Cantieri che vogliamo”: cittadini, associazioni, artisti, operatori, reclamavano un enorme spazio un tempo sede di fabbriche, poi parzialmente riconvertito a luogo di produzione e fruizione culturale e infine abbandonato. Tra i fondatori originari di quel movimento, a cui seguirono presidi simbolici, lettere aperte e le iniziative di “Cultura Bene Comune”, un giovane architetto, Giuseppe Marsala. La battaglia, gradualmente, è stata in parte vinta, con l’innesto della nuova Giunta (la rimozione di 160 tonnellate di immondizia che si erano accumulate nel tempo, la riapertura degli spazi e il restauro della Torre del Tempo di Emilio Tadini, la ripresa delle attività) e da circa un mese, Giuseppe Marsala è stato nominato dall’Amministrazione comunale, a titolo gratuito consulente tecnico-artistico dell'intera area.

Contestualmente, un comitato scientifico che (nell’ottica di una ristrutturazione organizzativa fortemente voluta dall’Assessore alla Cultura Francesco Giambrone), come il pannello di un mosaico renda l’insieme d’ordine dei vari tasselli: Accademia di Belle Arti di Palermo, il Goethe Institut l’Institut français Palermo, il Centro Sperimentale di Cinematografia, la Biblioteca Istituto Gramsci, la Filmoteca Regionale, l’Associazione Ester Mazzoleni, ma anche i Comitati scientifici di ZAC – Zisa Arti Contemporanee, dedicato alle arti visive e del Cinema De Seta, primo cinema pubblico della Sicilia. «”Cultura Bene Comune” è stato un esperimento condiviso e partecipato - spiega Giuseppe Marsala - a poco a poco, aderirono centinaia di persone. Le intelligenze della città portavano avanti il concetto di cultura come bene pubblico, sullo sfondo di un luogo virtuoso».

Oggi, i capannoni dei Cantieri tornano a contenere ed espandere voci e forme, secondo personalissime velleità. I viali non sono più deserti. Certo, tanto lavoro ancora è previsto. «Dalla illuminazione alla segnaletica, tanto per cominciare - continua Marsala - Teniamo conto che stiamo parlando di 55.000 metri quadri di orizzontalità, per cui sperimentare in un luogo simile è d’obbligo, dalle pratiche di condivisione pubblica all’approvvigionamento energetico. Stiamo lavorando anche per individuare il nuovo modello di gestione e la nuova figura giuridica e in un secondo momento essere in grado di presentare un progetto coerente all’Unione Europea».

Dalla internazionalizzazione alla formazione, alla sperimentazione: i Cantieri hanno secondo l’assetto attuale, varietà di intenti e di spirito. «Fino a ieri l’area era simile ad un grande condominio, dove ci si diceva “Buongiorno” per cortesia. Oggi la sfida è quella di creare sinergia, in modo da ottimizzarne la fruizione da parte dei cittadini». Come? Intanto attraverso la creazione di un sito internet dei Cantieri, che fornirà giorno per giorno un palinsesto unico di tutte le attività. Poi, con l’innesto di nuove realtà: a breve, si pensa entro l’estate, oltre le strutture citate, daremo degli spazi ad altri progetti, come a "CRE_ZI - Incubatore d'imprese creative alla Zisa”. Per l’autunno prossimo, poi, pensiamo all’apertura di altri luoghi finora chiusi, come quello del Padiglione Due Navate. A breve, invece, lo Spazio Zero».

Tramite l’articolata PLANIMETRIA dei Cantieri Culturali alla Zisa
è evidente come oltre l’ingresso principale di via Paolo Gili, esistano anche altri due accessi: via Polito e via Perpignano. «Ci sta molto a cuore - sostiene Marsala - l’inserimento dei Cantieri all’interno del contesto urbano, sia tramite l’apertura degli altri due ingressi, ma anche tramite il collegamento con la struttura monumentale da cui i Cantieri traggono il nome: La Zisa, attraverso il parco attraversabile dietro ZAC. Pensate all’idea della fusione della cultura araba a quella contemporanea tramite un giardino».

«Mi sta molto a cuore l’idea di mettere al riparo i Cantieri da qualunque contingenza politica. La mia esperienza testimonia come sia possibile rendere le battaglie civiche un modello possibile di gestione. La mia prestazione gratuita, che deriva dall’esperienza “I Cantieri che vogliamo”, è legata alla contingenza della situazione e non è una dimensione assoluta. Del resto tante tristi vicende ci hanno dimostrato in questi anni il risvolto negativo delle cosiddette “consulenze pagate”. Ciò che è prioritario è la selezione dei parametri di scelta attraverso la partecipazione. Un'opportunità per proiettare la candidatura di Palermo come Capitale della Cultura nel 2019. Io immagino i nuovi Cantieri, i Cantieri Liquidi, dove c’è pluri-identità, coabitazione. Creatività sinergica».

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