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Un ballo in maschera di scena al Massimo

  • 3 giugno 2006

Dramma dell’amore, del potere che corrompe e corrode, dell’amicizia tradita ma anche tragedia dettata dal fato ineluttabile: così è "Un ballo in maschera, opera in tre atti di Giuseppe Verdi in scena al teatro Massimo di Palermo dall’11 al 21 giugno per la regia di Pier Luigi Pizzi e la direzione d’orchestra di Stefano Ranzani. L’opera, la ventesima per il noto compositore, fu rappresentata per la prima volta a Roma nel 1859 e nell’intenzione dell’autore non voleva solo proporre all’attenzione del pubblico passioni ed emozioni ma portare in scena aspetti politici che la censura presto bloccò costringendo il compositore a spostare la vicenda narrata sia nel tempo che nello spazio.

Prendendo spunto dall’omicidio del re Gustavo III di Svezia, il melodramma racconta del complotto ordito da due sudditi per eliminare Riccardo governatore del Massachusetts e protagonista maschile dell’opera, il quale è innamorato di Amelia moglie del suo amico e ministro Renato. Nell’intreccio abbastanza complesso si intersecano la figura della maga, strega Ulrica che prevede l’assassinio per mano amica di Riccardo e contemporaneamente diventa consigliera di Amelia anche lei legata da una forte passione, senza futuro, per Riccardo. Ed ecco che l’intreccio sembrerebbe compiuto: un amore impossibile che non viene neanche consumato ma che comunque una volta scoperto da Renato porterà lui stesso a cospirare contro l’amico e diventare lui stesso l’assassino, malgrado le inutili parole che lo dovrebbero rassicurare sulla fedeltà della moglie.

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Ma ecco che la profezia si compie, la vendetta che acceca gli occhi dell’uomo prende il sopravvento e Renato si fa trascinare dalla logica cospiratoria che fa dimenticare in un momento l’antica amicizia. Così il ballo in maschera dove tutti sono mascherati, e quindi difficilmente riconoscibili, diventa l’occasione per portare a compimento il disegno omicida. Un dramma carico di tensione ed emotività in cui lo stesso Verdi avrebbe voluto mettere in risalto le conseguenze di una sete di potere che mette gli uomini l’un contro l’altro armati trascinando, anche chi spinto da motivi di gelosia d’amore, un tempo era legato da sentimenti di forte amicizia ma ottenebrato dall’ira diventa esso stesso pedina e complice dei cospiratori. Un dramma quanto mai attuale che ha perso molta della sua chiave critica nei confronti del potere anche a causa del mutamento di ambientazione storica che l’autore fu costretto a fare spostando la narrazione ai fini del Seicento e non più a Stoccolma, città dove si era consumata l’uccisione di Gustavo III, bensì a Boston.

Un’opera bella con buona musica che si spera abbia maggiore fortuna delle altre in questa stagione del teatro Massimo così profondamente segnata dagli scioperi dei professori d’orchestra. Gli interpreti che si alterneranno nel ruolo di Riccardo saranno Vincenzo La Scola, celebre tenore di origine palermitana che ha debuttato nel lontano 1983 e vanta una carriera intensa e ricca di produzioni teatrali con le più grandi compagnie nazionali e internazionali, e Giuseppe Gipali, nel ruolo di Amelia, Micaela Carosi e Hui He. I biglietti si potranno acquistare presso il botteghino del teatro aperto dal martedì alla domenica dalle 10 alle 15. Per qualsiasi altra informazione consultare il sito www.teatromassimo.it.

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