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Un mondiale tra stelle e meteore

  • 18 giugno 2006

Botte da orbi e ridimensionamento della nazionale dai toni trionfali dei giorni post debutto con il Ghana. Calma e tranquillità si predica in queste occasioni. Calma e tranquillità che il “macellaio” De Rossi, per la verità non nuovo a simili atteggiamenti, avrebbe dovuto mantenere ben salde. Calma e tranquillità che il buon Zaccardo non ha avuto al momento di indirizzare la palla nella porta sbagliata con il più classico degli autogol, che tanto ci ha ricordato la partita tra scapoli ed ammogliati del primo film di Fantozzi.

Contro la Repubblica Ceca, in un girone “pazzo” e dai risultati imprevedibili, ci giocheremo il nostro cammino e dice bene Lippi quando afferma che da ora in poi “tutte le partite saranno da dentro o fuori”. E così sono serviti i soliti “mass media” che pressano sull’acceleratore tanto del dramma quanto dell’esaltazione senza riuscire a trovare mezze misure: per certa gente, che ama definirsi “addetti ai lavori”, dopo il Ghana eravamo già proiettati a Berlino in finale e già nel dopo partita contro gli USA toccavano con mano lo spettro dell’eliminazione al primo turno.

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Il trio azzurro composto da Zaccardo, Barone e Barzagli vede protagonista in campo solo il primo, ma sui taccuini dei giornalisti l’altro difensore azzurro cerca di farsi valere. Legittimo ci sembra la voglia di cambiar aria per una grande (Firenze??) ma da qui ad intromettersi sulla valutazione data dalla società al cartellino ne passa. Dovrebbe spiegare il Sig. Barzagli da Fiesole, che a quanto pare s’intende di valutazione di giocatori ed ha un futuro assicurato da direttore sportivo, come conciliare le dichiarazioni dove si definisce il futuro centrale della nazionale (e lo sarà con merito) con l'“umiltà” che mostra quando gli fanno sapere della valutazione richiesta dalla sua società di appartenenza.

La nostra sensazione nonché speranza è che a Palermo il calcio stia prendendo una piega inimmaginabile fino a pochi anni fa, che faccia della squadra rosa una possibile quarta forza del campionato sorretta da un progetto serio e guidata da un tecnico tra i migliori in Italia. Ovvio e banale come giudizio, ma il preambolo vale come monito a considerare tutti necessari e nessuno indispensabile. Zaccardo vuole una grande? Bene, porti un’offerta adeguata tramite il procuratore “tuttofare” e prenda il primo volo in partenza dal Falcone Borsellino. Barzagli si ritiene vittima di una quotazione alta e vuole andare via? Si sbrighi o non troverà l’aereo del suo amico Zaccardo ad attenderlo. Idem per Barone che ha manifestato la voglia di “avvicinarsi” a casa.

Eppure una soluzione alla “saudade all’ italiana” di certi giocatori l’avremmo: vogliono Firenze, una "grande” dove potersi realizzare? Cediamoli in prestito per un anno quasi sicuramente in B visto il coinvolgimento della società viola in “calciopoli”, e poi riprendiamoli più temprati dopo che si “son fatti le ossa”. Sia chiaro che nulla abbiamo contro Firenze e la piazza fiorentina ma definire la società dei Della Valle con maggiori prospettive rispetto al Palermo, beh, ce ne passa.

Ancora non è chiaro che con l’anno zero del calcio nostrano e la probabile penalizzazione che attende Juve, Milan, Fiorentina e Lazio, tra i porti sicuri Palermo è uno dei pochi in grado di assicurare onori e ribalta a chiunque ne indossi la maglia. Ma nel calcio, a riprova che conta solo il business e che l’attaccamento alla maglia è un lontano ricordo, non vi è riconoscenza ed allora l’unico rimedio è accettare altre stagioni con rinnovato entusiasmo, diversamente si ponga fine subito al rapporto in cambio di adeguate contropartite tecniche o economiche. Del resto i mondiali servono a portare alla ribalta giocatori di nazioni tra le più svariate che farebbero bene i dirigenti rosa a mettere sotto contratto. A riguardo ci fa piacere che Foschi abbia già segnato nel suo lungo taccuino giocatori impegnati in Germania 2006 che è andato a osservare di persona o facendoli seguire dai suoi fidatissimi collaboratori. Non possiamo che riporre, ed i fatti lo dimostrano, fiducia incondizionata nell’operato societario.

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