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Una tragedia contro l'egoismo umano

  • 9 ottobre 2006

Timone d’Atene” di William Shakespeare, uno dei testi forse meno visitati del celebre drammaturgo inglese: è questa l’opera che il Teatro Libero ha scelto per inaugurare la sua 39° stagione e che sarà in scena nello stabile di piazza Marina (salita Partanna, 4) dall’11 al 15 ottobre alle 21.15. Sta per prendere il via, dunque, un altro anno di teatro che prosegue il progetto triennale della direzione artistica firmata da Beno Mazzone e Lia Chiappara sul tema “L’io e le sue voglie”, iniziato nel 2006 e che continua a seguire l’ormai consueta ottica internazionale.

“Timone” vanta il progetto e la regia di Lia Chiappara e può contare sulla presenza in scena di Claudio Lobbia, Simonetta Goezi, Gabriella Pochini, Francesco Gulizzi, Giuseppe Sciascia, Santi Cicardo, e Salvo Dolce. Le scene e i costumi nascono da un’idea di Lia Chiappara e Claudia Campanella per la realizzazione della stessa Claudia Campanella. Le musiche sono scelte da Antonio Guida.

Il testo shakespeariano ha di una tragedia di vendetta la struttura, ma non il finale drammatico e autodistruttivo. Ha piuttosto il sapore del monito e della condanna morale che Shakespeare mette in bocca al suo protagonista con una straordinaria vis oratoria fatta di violenza verbale e incisività poetica. Alcuni dei versi di questa tragedia ispirarono persino Karl Marx che li commentò nel "Capitale". Ciò contro cui vuol metterci in guardia il grande drammaturgo è, stavolta, il denaro, considerato simbolo di corruzione e di falsi valori nei quali la società si dissolve perdendo la sua integrità morale.

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La storia narrata è quella dell’amara vicenda di Timone, un uomo generoso che, caduto in rovina a causa della propria generosità, conosce l'angoscia e l'affronto dell'ingratitudine di quelli che prima considerava amici. Il dramma si trasforma, appunto, in una violenta invettiva e in una satira pungente contro l'egoismo della natura umana e l'ipocrisia dei suoi costumi, non solo contro i persecutori personali del protagonista, ma contro una società che ha accettato un mondo di falsi valori, in primo luogo il danaro, assunto come divinità suprema.

Timone condanna i suoi contemporanei proprio perché hanno rinunciato ad essere uomini, come lui stesso sente di essere, lasciandosi governare esclusivamente dal potere dell’oro. Ciò che induce ad insegnamento morale nella vendetta del protagonista consiste, appunto, nella mutazione dell’atto vendicativo in denuncia del sistema di valori, quasi come atto di catarsi proficua, socialmente importante.

Il biglietto d’ingresso per lo spettacolo costa 12 euro, l’intero, e 8 euro, il ridotto under 25. Per informazioni e prenotazioni, rivolgersi alla segreteria del Teatro Libero al numero 091.6174040, dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 20, o via e-mail a info@teatroliberopalermo.it.

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